Sono le zinnie gialle dello spazio. Ovvero, i primi fiori ad essere sbocciati al di fuori dell’atmosfera terrestre, sulla Stazione Spaziale Internazionale. Precisamente, la loro data di nascita è stata il 16 gennaio scorso.
Le mani amorevoli che le hanno curate sono state quelle dell’astronauta statunitense Scott Kelly. E proprio a lui si deve anche l’aver dato la notizia sul proprio account Twitter. Un tweet ed una foto che ben dimostrano le grosse difficoltà che si sono dovute affrontare per far sì che la vita sbocciasse anche nello spazio. Un’impresa non semplice, infatti, come tutto del resto, quando si parla di vuoti cosmico.
Non è la “prima forma di vita” a nascere su una navicella spaziale. Negli anni scorsi, infatti, gli astronauti si sono avvicendati come intrepidi giardinieri cosmici. Così, assistemmo anche alla nascita di ortaggi come lattughe ed altre insalate.
Il gran successo ottenuto con i fiori, comunque, ha altri interessanti risvolti. Basti pensare ai colori che possono portare in un ambiente sterile e prettamente bianco come può essere quello della ISS. E non solo. Notevole potrà essere anche il conforto dato agli astronauti che si avvicenderanno nel corso delle missioni.
“Si, c’è vita sullo spazio”, ha scritto l’astronauta Kelly. E, nei suoi intensi colori dei petali arancioni, la zinnia sancisce un bellissimo primato. Il fiore, dunque, è stato coltivato perchè parte di un esperimento che si stava conducendo per verificare il modo in cui le piante crescono in condizioni di microgravità.
L’intera coltivazione floreale è stata ospitata all’interno del laboratorio Veggie – dotato di un sistema di luci LED di colore rosso, verde e blu per simulare i raggi solari -, a bordo della Stazione Spaziale Internazionale, sin dall’inizio di maggio 2014. Trent Smith, il project manager di Veggie del Kennedy Space Center della NASA in Florida, ha confermato che “la coltivazione di piante di zinnia aiuterà a progredire la nostra conoscenza di come le piante possono essere coltivate nello spazio dulla navetta Veggie, e consentirà poi di portare piante da frutto come pomodori e mangiarle nello spazio utilizzando Veggie come un giardino in orbita”
Nulla di differente rispetto ai fiori che nascono e crescono sulla Terra, eccezion fatta per i bordi arricciati dei petali che, secondo quanto asseriscono gli esperti, potrebbero essere così a causa delle condizioni di assenza di gravità. E questo esperimento potrebbe costituire un interessante apripista in altri tipi di ricerca, preziosa perchè potrebbe consentire agli astronauti di utilizzare il sistema Veggie per coltivare cibo.