La robotica, nei prossimi quattro anni metterà a rischio oltre 5 milioni di posti di lavoro in una quindicina di paesi circa. Ad emettere questa amara ‘sentenza’ è un autorevole rapporto del World Economic Forum (WEF).
Si tratta di uno scenario certamente molto preoccupante, soprattutto in questi tempi di crisi. Per quanto possano essere numerosi i benefici derivanti dall’automazione e dalla robotica in generale una perdita così ampia di posti di lavoro non è proprio di buon auspicio per una ripresa economica globale. È proprio per questo motivo che alcuni si chiedono se in questo caso il gioco vale la candela.
Secondo il rapporto del WEF i posti che saranno più a rischio sono paradossalmente quelli riguardanti il settore amministrativo. Infatti, questi nuovi sistemi automatizzati, nei prossimi anni si occuperanno soprattutto di sbrigare il lavoro di routine svolto negli uffici dai cosiddetti “colletti bianchi”.
All’inizio il duro colpo verrà in qualche modo attutito dall’assunzione di nuove risorse nel settore robotica (sono previste assunzioni di oltre due milioni di unità), tuttavia la creazione di questi nuovi posti di lavoro non basterà a fronteggiare la grave perdita di occupati che avverrà entro il 2020.
Inoltre, il rischio di licenziamento è molto più alto per le donne. Infatti, le attività professionali che verranno in qualche modo estinte dalla robotica, sono molto spesso esercitate dalle donne. Le professioni che sono tradizionalmente svolte da uomini, invece, subiscono minacce minori. A prescindere da tutto ciò, comunque, rimane il fatto che il “lato oscuro” della robotica rischia di inghiottire un elevatissimo numero di posti di lavoro, uomini o donne che siano.