Amazon ha messo in vendita sul proprio portale un costume di carnevale che ha veramente fatto storcere il naso a tantissime persone e creato polemiche a non finire, si tratta di un abito legato al classico vestito da “povero” della seconda guerra mondiale.
La guerra mondiale imperversava in Europa, le persone povere erano davvero tante ed in molti cercavano fuggire alla povertà emigrando in altri paesi e soprattutto in America. Gli abiti indossati erano semplici ed in molti casi riparati alla meglio visto che era difficile anche reperire materiali come la seta o la lana.
Proprio su questo disagio qualcuno ha pensato di creare un costume apposito per fare dei soldi e soprattutto metterlo in vendita su Amazon. Però la “rete” è piccola e appena gli utenti si sono accorti di questo sono iniziate a girare le lamentele anche su Facebook.
I costumi “piccoli profughi” dal costo di 24 euro (36 per le taglie più grandi), creato appositamente per bimbi e bimbe e con inclusa una valigia dell’emigrante in finta pelle marrone ha veramente ricordato un periodo di difficoltà per l’intera Europa e sotto il mirino è finito proprio un venditore che lo aveva messo in vendita sul noto portale di e-commerce Amazon.
Su Amazon in vendita un costume da profugo
Nell’immagine di descrizione del prodotto sono presenti due bambini, un maschio e una femmina, con un costume da “profughi”. Amazon, su Famiglia Cristiana, ha precisato che “gli articoli in vendita sono offensivi nel modo in cui sono presentati e che tale costume è potuto essere messo in vendita perché ci sono venditori terzi che inseriscono i loro prodotti su Amazon come market place. Non appena abbiamo avuto segnalazioni dagli utenti ci siamo attivati per rimuovere l’articolo di pessimo gusto”.
“Forse l’azienda che ha messo in vendita il prodotto – commenta Oliviero Forti, responsabile nazionale Caritas emigrazioni – potrebbe utilizzare gli stessi soldi per acquistare un giubbino per un bambino che magari si trova in questo momento in mezzo al mare in cerca di nuove speranze. Un messaggio commerciale in un momento storico così delicato è davvero vergognoso e da stigmatizzare”.