Huawei Mate 8, unboxing e primo contatto

Huawei Mate 8 è l’ultimo phablet del gigante cinese. Ottimo hardware e premesse interessanti.

Il packaging del phablet è, come al solito, molto elegante. Tutta nera con scritte e marchio del device color oro.

Oltre al terminale, la confezione include:

  • Cavo microUSB per la ricarica della batteria e la connessione al PC;
  • Caricabatterie da parete da 2A con ricarica veloce (Huawei Quick Charge);
  • Cuffie in ear simili alle earpods Apple;
  • Custodia per il back panel in plastica dura, trasparente e satinata (ce ne sono di migliori in commercio!);
  • Pellicola antigraffio premontata sul terminale;
  • Graffettina per l’estrazione del carrellino che ospita nanoSIM e microSD (oppure doppia SIM, il device è dual SIM dual stand-by);
  • Manualistica di base e garanzia.

Il contenuto della confezione è piuttosto ricco, l’accessoristica di base è completa e permette di risparmiare (almeno inizialmente) sul costo di cover e pellicola protettiva.

Huawei Mate 8, processore proprietario dalle interessanti premesse

Huawei Mate 8 ha dimensioni di 157.1 x 80.6 x 7.9 millimetri per un peso tutto sommato contenuto, 185 grammi ben distribuiti. La costruzione del device è totalmente in alluminio con protezione del display Gorilla Glass 4.

Lo schermo è un pannello IPS LCD con diagonale da 6″ e risoluzione Full HD (densità di pixel 368 ppi).

Huawei Mate 8 è equipaggiato con il nuovo processore proprietario Kirin 950, un octa core 64 bit con frequenza massima 2 Ghz. A supporto cel Soc ci sono 3GB di RAM e 16/32GB di memoria interna espandibile fino a 128GB tramite microSD. La batteria non è rimovibile (come anche il back panel) e garantisce una buona autonomia grazie alla batteria da 4000 Mah

Il phablet è dotato anche di lettore d’impronte digitali e fotocamera principale con sensore da 16MPX.

Il sistema operativo di Huawei Mate 8 è Android Marshmallow (6.0) mentre l’interfaccia utente è EMUI versione 4.0.

Interessante unboxing, appuntamento alla recensione completa!

 

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Pubblicato da
Carla Stea