La batteria all’idrogeno può consentire di prolungare la vita degli smartphone facendoli arrivare fino ad una settimana di utilizzo. Una società inglese sta lavorando con un produttore emergente per realizzarle.
Il problema principale degli smartphone non sono processori, display o RAM non adeguati ai dispositivi mobili. Il vero problema degli smartphone è, ed è sempre stato, la durata della batteria. Le batterie sono diventate sempre più grandi in termini di capacità ma la durata non supera mai una giornata di utilizzo intenso.
Il problema è che si utilizzano processori sempre più performanti, display sempre più risoluti, collegamento continuo alla rete che richiedono una grande quantità di energia a dispetto di dimensioni dei device sempre più sottili (e di conseguenza delle batterie). Non c’è azienda che non stia lavorando e sperimentando in questo settore e il primo produttore che riuscirà a prolungare la durata della batteria sarà in grado di imporsi sul mercato.
Una società inglese in collaborazione con un produttore “emergente” (come per dire né Apple né Samsung, ndr) sta sviluppando una batteria all’idrogeno. Le batterie di questo tipo funzionano combinando l’idrogeno con l’ossigeno per creare una corrente elettrica e acqua come sottoprodotto diversamente dalle classiche batterie agli ioni di litio.
Il punto della questione è che le dimensioni delle batterie sarebbero ben superiori a quelle attuali al litio e necessiterebbero anche di un sistema di aerazione che consenta l’evaporazione dell’acqua prodotta dalla reazione chimica. Per questo, l’azienda Intelligent Energy, che sta lavorando su questo rivoluzionario sistema, ha pensato di realizzarne una versione ibrida che sfrutti le capacità della batteria all’idrogeno insieme a quelle al litio.