ISIS (Islamic State of Iraq and Syria), in risposta alla chiusura di migliaia di account che inneggiavano alla jihad, ha postato un video online indirizzato a Jack Dorsey, amministratore delegato di Twitter, e Mark Zuckerberg, amministratore delegato di Facebook. Nel filmato i due vengono ritratti circondati da fori di proiettile.
La battaglia contro il terrorismo, per essere vinta, deve essere affrontata su più fronti. In un’epoca in cui i social network e la tecnologia dominano incontrastati, dunque, bisognerebbe proteggere gli stessi social media dai gruppi estremisti come l’ISIS.
Lo Stato Islamico ha dimostrato più volte di utilizzare al meglio le nuove tecnologie. Notizia solo dello scorso mese, infatti, è stata quella della pianificazione di possibili futuri attentati tramite app Android. Ma anche i video di tortura e massacro dei prigionieri postati online, grazie al montaggio ed alla loro qualità professionale, sembrano confermare le elevate competenze tecnologiche del califfato.
Facebook e Twitter, pertanto, si sono attrezzate e negli scorsi mesi Twitter ha chiuso 125.000 account collegati all’ISIS (da metà 2015), mentre Facebook ha creato 5 divisioni autonome dedicate alla ricerca ed all’eliminazione degli account degli jihadisti, assumendo nuovi membri dello staff specializzati in una dozzina di lingue.
ISIS, però, in risposta all’affronto dei due social network ha postato un video online di 25 minuti in cui minaccia di morte i CEO Jack Dorsey e Mark Zuckerberg. Inoltre, ha dichiarato di avere ancora attivi circa 10.000 account Facebook e 5.000 account Twitter, nonostante la smentita dei due social.
Il video è stato postato da un gruppo di hacker chiamato “Sons Caliphate Army” e parla dello strapotere dei due social network, mostrando i due amministratori delegati circondati da pallottole.
Internet, dunque, sempre essere diventato un potente mezzo di comunicazione, pianificazione e propaganda per i terroristi. Nonostante le misure adottate da Facebook e Twitter ed i relativi ban degli account, però, lo Stato Islamico continua ad inviare i suoi messaggi di terrore al mondo intero, attraverso le sue piattaforme. Il blocco degli account sui due social, però, è un primo fondamentale passo nella guerra virtuale contro l’ISIS e segna la volontà del mondo tecnologico di mettere fine a queste barbarie.