Apple ottiene una prima vittoria in tribunale in merito alla vicenda riguardante la privacy digitale. Un giudice dello stato di New York, trattando un caso riguardante i traffici di droga, ha emesso una sentenza che non obbliga in alcun modo la società di Cupertino a sbloccare gli iPhone.
Apple: sentenza di New York non vincolante ma molto influente
Questa sentenza non ha alcuna influenza diretta sul caso di San Bernardino, ma costituisce un importante precedente a cui Apple può fare riferimento nelle prossime settimane.
Nel qual caso la società di Cupertino dovesse affrontare una sentenza che va contro le ideologie di Tim Cook in fatto di privacy, la mela morsicata potrà andare in appello con molta più facilità. La sentenza pronunciata dal giudice di New York pur non essendo vincolante è comunque molto influente.
Tuttavia bisogna ammettere che la sentenza emessa dal giudice di New York differisce dal caso di San Bernardino per diversi aspetti. Il principale riguarda il reato centrale a cui la sentenza fa riferimento. Il caso di New York riguarda il contrabbando di metanfetamine, mentre quello della California si concentra su un delicato caso di terrorismo. Nonostante ciò questa prima vittoria per Apple è già un enorme passo avanti in questa vicenda.
22 marzo 2016: il giorno della sentenza
La sentenza che vedrà Apple e la Silicon Valley da un lato e l’FBI e il Governo degli Stati Uniti d’America dall’altro si terrà il prossimo 22 marzo. Apple il giorno prima dovrebbe presentare il nuovo iPhone SE (Special Edition) e il nuovo iPad Pro da 9.7 pollici.