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Robot: rivoluzione per lavoro, nazioni e cultura

I robot potrebbero cambiare per sempre il nostro modo di vivere e lavorare, sostituendoci in alcuni compiti anche complessi

Siamo sull’orlo di un importante rivoluzione tecnologica che avrà ripercussioni globali in ambito sociale, economico e culturale. L’evoluzione sempre maggiore dei robot cambierà per sempre il nostro modo di vivere e rapportarci con il mondo, anche il lavoro cambierà e la capacità di uomini e nazioni di sapersi adattare con rapidità sarà fondamentale.

Attualmente siamo in una fase di transizione in cui la robotica sta ponendo le basi del proprio futuro. Si stanno ampliando conoscenze, imparando tecniche di costruzione e semplificando i processi di produzione. L’innovazione è un processo lento e complicato che, richiede ricerca e dedizione. Secondo Alec Ross, consulente senior per l’innovazione di Hillary Clinton, la robotica sta crescendo alla stessa velocità con cui Internet si evolveva 20 anni fa. Molto presto, assemblare robot potrebbe essere meno dispendioso di quanto non lo sia oggi. Infatti, l’arrivo del Cloud ha permesso un enorme riduzione dei componenti hardware necessari. Basti pensare alla diffusione in larga scala degli assistenti vocali come Siri o Cortana che utilizzano mega server dislocati in ogni parte del mondo per processare i dati, e risponderci tramite il nostro smartphone.

La rivoluzione dei robot avrà diversi effetti, anche sulle vite economiche delle nazioni. I benefici che potrebbero derivare dalle nuove tecnologie dipenderanno esclusivamente dalla velocità con cui i paesi si adatteranno al cambiamento. Attualmente, Giappone, Germania e Corea del Sud, sembrano le nazioni più pronte ad affrontare la rivoluzione tecnologica. Tuttavia, anche Cina e America procedono di buon passo verso il futuro, creando quartieri generali per grandi compagnie di robotica.

Tutto questo cambierà il modello tradizionale di lavoro. I processi di lavorazione in cui è richiesta una semi-specializzazione, potranno essere svolti esclusivamente da robot, senza alcun aiuto umano. Ciò vorrebbe dire un processo di desertificazione delle linee di assemblaggio ancor più evidente rispetto a quello a cui, già oggi, siamo abituati. In Cina, ad esempio, dove la maggior parte degli operai ha una specializzazione manifatturiera, i robot potrebbero avere un impatto enorme.

Tuttavia, la necessità di trovare un punto di equilibrio tra lavoro umano e robot, è fondamentale anche in occidente. infatti, mentre in passato i bracci meccanici erano capaci di effettuare solo lavori manuali, in futuro, grazie all’innovazione tecnologica, i robot saranno capaci di rimpiazzare i cosiddetti “colletti bianchi di livello inferiore” in tutte quelle operazioni che richiedono processi ripetitivi con un modesto impiego delle capacità cognitive. Ad esempio, tale potrebbe essere il ruolo di un ragioniere che organizza e registra in modo sistematico le fatture o di una segretaria che gestisce l’agenda e la corrispondenza di un’azienda.

Con uno scenario di questo genere, i licenziamenti sono garantiti; la domanda è che fine faranno questi lavoratori?  Ogni qual volta variano i modelli lavorativi, c’è agitazione. Nel 2020 il malcontento e la preoccupazione della gente per le proprie sicurezze economiche, potrebbe portare ad una rivoluzione contro i robot. Soprattutto l’occidente potrebbe essere, per ragioni culturali, maggiormente indisposto verso le macchine con intelligenza artificiale. Infatti, la credenza orientale nell’”animismo” potrebbe rendere la gente meno ostile verso i robot.

Ad ogni modo, abbiamo bisogno di prepararci e reinventarci per le industrie del futuro. Alec Ross, afferma che “la formazione professionale del 2016 è praticamente invariata rispetto a quella del 1956”. Il lavoro sarà differente rispetto a quello a cui siamo abituati oggi, ci saranno tantissime figure professionali che nasceranno o si affermeranno, basti pensare all’importanza che avranno gli esperti in cyber sicurezza, oppure gli ingegneri. Sapersi adattare al cambiamento è essenziale. Per questo, un radicale riorientamento per formare le figure professionali che verranno si rende indispensabile soprattutto a livello scolastico e universitario.

Insomma, il futuro può essere roseo anche in compagnia di un robot che ci facilita la vita in alcune operazioni. La vera sfida per il genere umano sarà quello di non soccombere al proprio progresso tecnologico, ma di utilizzarlo come mezzo evolutivo.

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Pubblicato da
Federica Vitale