La missione Exomars è pronta al lancio. Due navicelle europee sono state abbinate al razzo che le condurrà verso il pianeta rosso. Il lancio alla volta di Marte è schedulato per il prossimo lunedì 14 marzo.
Trace Gas Orbiter (TGO) e il lander Schiaparelli costituiscono la prima parte delle due fasi della missione ExoMars. Entrambi sono stati assemblati al razzo russo Proton del cosmodromo di Baikonur, in Kazakhstan, durante il fine settimana. A renderlo noto, l’Agenzia spaziale europea.
Gli ingegneri hanno anche effettuato un test elettrico di TGO, in una configurazione del launchpad simulata per valutare come potrebbero andare le cose in fase di decollo. Se tutto dovesse andare secondo i piani, TGO e il lander Schiaparelli arriveranno su Marte nel mese di ottobre. L’orbiter inizierà una ricerca della durata di cinque anni con lo scopo di trovare metano e altri potenziali segni di vita nell’atmosfera del pianeta rosso. Oltre, naturalmente, a mappare i depositi di idrogeno in prossimità della superficie marziana. Questi, infatti, potrebbero rivelare riserve nascoste di ghiaccio d’acqua.
Il lander, nel frattempo, stazionerà sulla superficie. I membri del team ExoMars sperano che il lander sia in grado di raccogliere i dati ambientali per alcuni giorni; il tutto entro la durata limitata delle sue batterie. Ma il lavoro principale di Schiaparelli sarà quello di dimostrare le modalità di esecuzione dell’ingresso in atmosfera, della discesa e del funzionamento della tecnologia di atterraggio in vista della seconda fase della missione, prevista per il 2018.
Le osservazioni di TGO aiuteranno i progettisti della missione a selezionare un sito di atterraggio per questo rover, mentre l’orbiter aiuterà anche ad avere una relè di comunicazioni dal veicolo di superficie fin sulla Terra.
ESA è al comando della missione ExoMars ed è responsabile dello sviluppo e progettazione della maggior parte dell’hardware della navicella. L’agenzia spaziale europea sta collaborando al progetto con l’agenzia russa federale spaziale Roscosmos, che dal canto suo sta fornendo i razzi Proton per entrambi i lanci, un sistema di atterraggio per il 2018 ed alcuni strumenti scientifici. L’ESA aveva inizialmente collaborato con la NASA al progetto ExoMars, ma l’agenzia spaziale americana ha abbandonato la collaborazione nei primi mesi del 2012, a causa di questioni legate al suo bilancio.