Gli smartphone, soprattutto la loro batteria, potrebbero subire negativamente gli effetti della ricarica notturna.
Uno dei problemi principali dei device di ultima generazione è proprio la batteria. Molto spesso, l’amperaggio non è sufficiente e garantire una giornata di utilizzo ed è necessario ricorrere a diversi metodi di risparmio energetico oppure a batterie esterne. Proprio quello dei power bank è infatti diventato un business parecchio fruttuoso.
Inoltre, la maggior parte dei dispositivi hanno la batteria integrata all’interno. In questo modo, è impossibile alternarla con un’altra compatibili e c’è bisogno dell’assistenza quando è il momento di cambiarla.
Per le ragioni sopra elencate, è fondamentale che la cura dello smartphone includa anche la corretta gestione delle risorse energetiche. In particolare, è bene prestare attenzione a modalità e tempi di ricarica della batteria.
Sicuramente, adesso non esiste più il bisogno di effettuare cicli di 14 ore di ricarica, subito dopo aver acquistato un telefono. Anzi, i progressi tecnologici hanno creato soluzioni che consentono di ricaricare la batteria in una manciata di minuti.
Tuttavia, è bene osservare una serie di principi che consentono di prolungare la vita della batteria dei nostri device.
Smartphone, ricaricare la batteria di notte può diminuire l’autonomia energetica
Ricaricare la batteria dei dispositivi tecnologici durante la notte, quando solitamente gli utenti riposano, può essere deleterio ed influire sull’autonomia del device. Questo accade perchè, recenti studi hanno dimostrato che la percentuale di ricarica non deve mai raggiungere il 100%, pena la progressiva diminuzione delle performance energetiche dello smartphone.
Questo accade perchè, nella prima fase di ricarica, il device ha bisogno di una manciata di minuti per incrementare di parecchio l’energia disponibile. L’ultimo 20/30% necessario alla batteria per ricaricarsi completamente, ha bisogno di molto tempo.
Proprio la “seconda fase” del ciclo di ricarica porta lo smartphone a surriscaldarsi parecchio. In questo modo, la batteria tende a risentirne, diminuendo nel lungo le sue performance.
L’ideale è interrompere la ricarica quando la percentuale di energia disponibile è dell’ 80% circa. In questo modo, è possibile evitare processi di surriscaldamento. Di notte è ancora peggio perchè, dopo aver raggiunto il 100% la batteria non si ricarica più ma, per non scaricarsi continua a rimanere collegata alla corrente elettrica. Di conseguenza, il processo di surriscaldamento non si arresta sino a quando lo smartphone non sarà scollegato.
Gli esperti raccomandano cicli di ricarica più brevi ed ovviamente più frequenti. L’ideale sarebbe l’utilizzo di un power bank durante la giornata. Se invece è necessario ricaricare la batteria di notte, una scelta interessante potrebbe essere quella delle prese a tempo. In questo modo, sarà possibile – facendo dei calcoli approssimativi – programmare quando è il momento di interrompere il flusso di corrente.