Non sono passate nemmeno 24 ore dal keynote Apple durante il quale sono stati prodotti i nuovi prodotti Made in Cupertino, che l’FBI rilancia: “sappiamo come sbloccare l’iPhone”. Insomma, forse si è giunto ad un punto di svolta sulla diatriba che vede contrapposte la società della mela e l’agenzia governativa statunitense.
Così, se proprio ieri è stato annunciato che, con l’arrivo di iOS 9.3, la falla del sistema operativo che rendeva intercettabili immagini e video diffusi tramite iMessage è stata risolta, la notizia ha destato la curiosità di quanti sono molto attenti al tema della sicurezza. E il dibattito si riapre.
“Aiutati che Dio ti aiuta” sembrano aver pensato i ricercatori americani chiamati a raccolta per trovare il modo di sbloccare il melafonino. E pare ci siano riusciti, innanzitutto sviluppando un software capace di emulare un server Apple. In tal modo, è possibile intercettare i file scambiati. In pratica, sia le immagini che i video scambiati tramite il servizio iMessage utilizzano una crittografia a 64 bit; ciò significa che, a differenza dei altri dati memorizzati, non si autodistruggono e, quindi, possono venire decriptati. È proprio grazie a questo bug che i ricercatori sono riusciti ad intercettare, appunto, i file e a bypassare gli algoritmi crittografici.
E’ storia dei giorni scorsi la completa chiusura da parte di Apple di non fornire alcun aiuto nell’accedere al sistema di sicurezza del proprio smartphone. La questione iMessage, dunque, sembra strettamente legata a quella della strage di San Bernardino.
Ma l’asso nella manica sembra averlo sfoggiato proprio l’FBI. I federali, infatti, fanno sapere di non aver bisogno di alcuna backdoor per sbloccare l’iPhone 5C. Proprio nella giornata di ieri, è stato presentato un terzo soggetto – di cui però si ignora il nome – che avrebbe aiutato l’agenzia governativa a trovare il metodo di sblocco del device. Inoltre, proprio in virtù di questo inaspettato traguardo, sempre l’FBI ha anche chiesto di annullare l’udienza durante la quale la mela di Cupertino avrebbe motivato il proprio “no” alla cooperazione. Ma, a quanto pare, il Federal Bureau è giunto prima a mettere un punto all’affaire con lo vede coinvolto. Ora, che sia quello definitivo non possiamo saperlo. Ma, sicuramente, molto si saprà nei prossimi giorni e sull’effettiva riuscita nell’operazione di sblocco dell’iPhone.