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I 5 “peccati” di Android

Android, pregi e difetti

L’eterno conflitto Apple vs Android porta a delle considerazioni che non dobbiamo trascurare. Non c’è alcun dubbio che iPhone sia uno smartphone competitivo. Forse, non per tutti i gusti ed esigenze. Ma competitivo. E anche se Android si sia aggiudicato oltre l’80 per cento di tutti gli smartphone venduti , è vero anche che il melafonino si sia accaparrato il 90 per cento di tutti i profitti dei device.

E questa sembra essere causa di preoccupazione per i produttori di terminali Android. L’iPhone di Apple, infatti, simboleggia la semplicità e l’affidabilità, oltre l’alto valore del marchio, naturalmente. Ma Apple ha solo costruito la propria “immagine”. Così, se quest brilla sotto i riflettori, i produttori di device Android devono stare attenti a non commettere passi falsi. Ecco, dunque, 5 “peccati” fondamentali cui dovrebbero fare molta attenzione.

1. L’aggiunta di caratteristiche, quindi la loro rimozione nella successiva generazione

Se ci si fa caso, è difficile ricordare una sola caratteristica presente su una generazione di iPhone, che non era poi presente in quella successiva. Tuttavia, Android è noto per attirare persone che utilizzano una lunga lista di caratteristiche che iPhone non ha. Qualche esempio? Il Galaxy S6 possiede un utile IR blaster, che sul Galaxy S7 non è presente. LG G5 ha un fondo rimovibile che può essere utilizzato per collegare gli accessori, ma non è escluso che non sia disponibile sulla prossima generazione di G6. I Nexus 4, 5 e 6 hanno avuto una ricarica wireless, di cui è sprovvisto il Nexus 6P. Questi sono solo alcuni dei molti, molti esempi che troverete nel panorama Android. Quindi, può essere controproducente, alle volte, togliere una specifica che ha fatto la differenza nell’atto della scelta prima, dell’acquisto dopo.

2. Vari software per telefoni diversi

L’interfaccia TouchWiz che gira sul Galaxy S6 è diverso dall’interfaccia del Note 4 ed entrambi erano basati su Android 5 Lollipop. Il Galaxy S7, dal canto suo, dispone di una funzione always.on di cui il Galaxy S6 è sprovvisto. Il Galaxy S5 dispone di un modalità di risparmio energetico che il Galaxy S4 non ha. E questo vale anche per le diverse versioni di dispositivi XiaoMi. Sembra quasi come se tutti questi prodotti abbiano un proprio team di sviluppo del software, ma non si parlano tra loro. Questa incongruenza è destinata ad avere un impatto positivo sulle vendite del dispositivo successivo, in quanto gli utenti impazienti saranno spinti a passare ad un nuovo telefono solo per provare il nuovo software. Ma forse è proprio questione di tattica.

3. Cicli di lancio irregolari

Apple ha rilasciato ogni anno una nuova versione di iPhone. Con Android, non è dato sapere quante settimane o quanti mesi occorrono affinchè venga presentato un nuovo prodotto. Samsung Galaxy S6 e S6 Edge sono stati, ad esempio, nel mese di marzo dello scorso anno. Pochi mesi dopo, ecco giungere il Note 5, cioè nel mese di settembre, e si “spinto” per la versione Dual SIM tre mesi dopo. Sony, dal canto suo, per anni ha avuto un ciclo di rilascio di 6 mesi per la propria serie Xperia Z, sebbene ad essere lanciato non erano nemmeno diverse versioni dello stesso prodotto (Galaxy S6 Active, venduto solo negli Stati Uniti, o HTC One M9 e M9 Plus, entrambi con diversi set di funzionalità, lanciato in diversi paesi).

4. Nessun coerenza di eccellenza

Avete sentito sicuramente parlare del successo alternato del sistema operativo Microsoft Windows: Windows 98 è stato un buon prodotto, Windows ME fu un flop, XP fu ottimo, Vista è andato male, Windows 7 è stato migliore, Windows 8 un altro flop, mentre Windows 10 sembra essere buono. Allo stesso modo, il Galaxy Nexus è stato un buon device, il Nexus 4 è andato male, il Nexus 5 è andato meglio, mentre l’attuale Nexus 6P è il top. Il punto è che non c’è sicurezza nella qualità del prodotto. Ecco, forse, spiegato il motivo per cui gli utenti Android amano passare da un dispositivo ad un altro.

5. Software

Visto che Android è “aperto”, i produttori di smartphone sono costantemente alla ricerca di plasmare le esperienze dei propri utenti secondo le loro richieste ed esigenze. In tal modo, cercano di implementare l’applicazione di Google, che non sempre ottiene i risultati sperati. Basta guardare a come Xiaomi o Samsung non abbiano implementato la modalità multi-utente ma, invece, si siano attenuti alla loro versione “Private/Modalità Ospite”.

Considerazioni

I dispositivi Android sono una vera e propria manna. Ad uso e consumo di un bacino di utenza veramente vasto, sono competitivi anche per i costi. Molti tentativi sono stati fatti per risolvere i problemi di cui sopra (Google Play Edition, Android One e persino il coinvolgimento diretto di Google per limitare le modifiche ad Android). Tuttavia, non sembra che questi problemi stiano risolvendosi. Ma, anzi, sembrano essere il grosso grattacapo del “popolo di Android” che proprio non vuole guardare “dall’altra parte”, dove l’erba sembra più verde. Ed anch’essa con i suoi “peccati” hi-tech.

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Pubblicato da
Federica Vitale