TIM dopo aver sospeso il servizio Prime ha dovuto rinunciare anche all’applicazione della rimodulazione tariffaria di TIM Voce per i clienti residenziali di telefonia fissa che doveva entrare in vigore a partire dal 1° aprile.
La nuova rimodulazione avrebbe coinvolto tutti i i clienti residenziali con la linea telefonica di base (cioè tutti colore che avevano un abbonamento con una tariffazione a consumo per le chiamate), e non tutti quelli che avevano già attivo sul proprio abbonamento le offerte “flat” con voce e dati illimitati. Quindi i clienti coinvolti in questa rimodulazione sarebbero stati solamente una piccola parte.
Tale rimodulazione è stata, tuttavia, vietata assolutamente dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni poiché avrebbe triplicato gli importi sulle bollette dei clienti senza il loro consenso.
Tim ha preso questa decisione dopo un’attenta riflessione: «l’obiettivo di garantire alla propria clientela la massima consapevolezza e trasparenza sulle condizioni economiche dei servizi offerti e al fine di assicurare e favorire un confronto aperto, sereno e costruttivo con l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni»
Con la nuova opzione tariffaria ben 700mila clienti abbonati alla sola rete fissa avrebbero visto un aumento delle chiamate al fisso da 10 a 20 centesimi e l’introduzione dello scatto alla risposta di 20 centesimi.