L’Università del Minnesota ha appena pubblicato uno studio sulla interpretazione delle emoji, nel quale si mostra come esse differiscano nel significato a loro assegnato da parte degli utenti e dei sistemi che utilizzano.
Diventati onnipresenti in questi ultimi anni nelle nostre comunicazioni via messaggio di testo, questi simboli grafici non sempre hanno lo stesso significato da una persona all’altra e possono essere fonte di malintesi. E una sfumatura del sorriso o l’arcata di un sopracciglio possono portare ogni individuo ad avere la sua personale interpretazione della emoji in questione.
I membri di un gruppo di ricerca hanno condotto un sondaggio online, selezionando le emoji più “popolari”. Su 100 milioni di tweets casuali raccolti tra agosto e settembre 2015, i ricercatori hanno selezionato le 125 più frequenti. Sono state selezionate solo le emoji antropomorfe, più favorevoli alle interpretazioni variabili.
I ricercatori hanno poi inviato a 304 partecipanti, reclutati su Amazon Mechanical Turk, 15 emoji e le loro variazioni tra le piattaforme, visto che queste non sono visualizzate allo stesso modo sui device Apple con sistema iOS e Google, Microsoft e Samsung e LG, produttori che utilizzano il sistema Android.
Lo studio dimostra che l’interpretazione della stessa emoji può variare notevolmente da persona a persona – e ancora di più quando queste persone non usano lo stesso programma di posta elettronica o applicazione di messaggeria istantanea, visto che la emoji inviata al mittente appare a volte in modo molto diverso sul telefono del destinatario. Così, la emoji con mostra un sorriso a denti stretti assume una connotazione diversa a seconda del programma utilizzato. Giudicata “positiva” sulla maggior parte dei dispositivi, è considerata “negativa” nella sua versione di Apple. La emoji che mostra i suoi denti nella versione Apple è l’unica giudicata negativa, mentre quella degli altri programmi sono positive.
Gli utenti, dunque, sono divisi dalle emoji con il sorriso o da quelle con entrambe le mani
Ma se l’equivoco è più comune se il programma di posta elettronica non è lo stesso, è possibile che questo si verifichi anche con lo stesso programma. Quali conclusioni hanno tratto i ricercatori da tale studio? In primo luogo, questi sostengono che una convergenza di disegni delle emoji tra le piattaforme potrebbe ridurre la possibilità di errori di comunicazione tra due persone. È improbabile però che Apple, Google, Samsung e altri siano d’accordo.
La ricerca evidenzia che gli smartphone possono indicare come il destinatario vede la emoji utilizzata. Inoltre lo studio, sebbene meno sviluppato di quello sulle emoticon, può ancora andare oltre. I ricercatori fanno notare che sarebbe interessante studiare la direzione scelta non solo per le emoji individuali, ma anche quando appaiono in una conversazione. Altri studi hanno già dimostrato come le emoticon possano influenzare il significato di un testo. Infine, un settore della ricerca dovrebbe concentrarsi anche sulle differenze culturali: i partecipanti consultati erano tutti americani, ma forse gli utenti di altre nazionalità hanno ancora altre diverse interpretazioni.