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Le Smart TV con webcam, coppia finisce su sito hard

Smart TV con webcam, il tutto collegato ad internet. Attenzione

Le Smart TV dotate di web cam sono molto pericolose, lo sa bene una coppia inglese finita, suo malgrado, su un sito hard. A quanto pare degli hacker hanno preso possesso della TV e quindi hanno registrato e caricato sul sito i momenti intimi della coppia.

È possibile tutto questo? Ebbene si, oggi si può anche questo e soprattutto con le nuove Smart TV sempre collegate ad internet. Era il febbraio dello scorso anno quando in rete si scatenò una bufera sulle privacy policy degli Smart TV Samsung nel Regno Unito. Ora, non sappiamo se il televisore incriminato sia proprio dell’azienda sudcoreana, però le coincidenze fanno pensare che sia così.

Nell’articolo del 9 febbraio 2015, Samsung: le Smart TV con riconoscimento vocale inviano dati a terze parti, attenti a ciò che dite e a questo punto anche a ciò che fate, mettevo in luce, venendone anche io a conoscenza in quel momento, quanto fossero pericolose, per vari motivi, le Smart TV con riconoscimento vocale.

A quanto pare degli amici della coppia che stavano navigando su un sito pornografico hanno notato nei protagonisti di in un video qualcosa di familiare. I protagonisti e l’ambientazione li conoscevano bene e meravigliati hanno subito informato la coppia che è rimasta esterrefatta di quanto hanno potuto constatare personalmente.

Nel video è chiaro che la videocamera fosse fissa e che l’angolazione era proprio quella della TV intelligente dotata di webcam. La coppia ha dichiarato all’associazione legale, a cui si è rivolta per la propria tutela, di non aver ricevuto alcuna richiesta di denaro dai presunti hacker.

Se di hacker si tratta. Tornando all’articolo di febbraio dello scorso anno voglio ricordare che i dati raccolti dagli Smart TV Samsung (ribadisco che non è chiaro quale sia la marca), come espresso dalla privacy policy, sono trasmessi a terzi: “Per offrire la funzione di riconoscimento vocale, alcuni comandi vocali possono essere trasmessi (insieme a informazioni sul dispositivo, compresi gli identificatori del dispositivo) ad un servizio di terze parti che converte in testo il discorso o nei limiti necessari per fornirti le funzionalità di riconoscimento vocale“.

Questo cosa vuol dire. Vuol dire che se durante il rapporto uno dei due membri della coppia ha pronunciato una parola che ha attivato la webcam questa ha iniziato a trasmettere dal vivo e dove sia finito questo video lo abbiamo già detto. Ben peggio sarebbe stato, forse, se avessero pronunciato la password per accedere all’home banking. Tutto questo è solo il preludio all’internet of things.

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Pubblicato da
Gianni Fiore