Le batterie, sono un componente fondamentale dei nostri dispositivi tecnologici. Essenziali per il loro funzionamento. Per questo motivo, è bene avere le idee chiare sulla loro classificazione e sui rischi dovuti agli usi incauti.
L’autonomia energetica è una delle feature di principale interesse, una variabile molto influente al momento di acquistare un nuovo smartphone o tablet. L’evoluzione delle batterie, ha portato a poter contare sempre di più su soluzioni performanti.
Non tutti gli utenti però, hanno chiaro sino in fondo alcune particolarità, legate proprio alle diverse tipologie di batterie esistenti. Per questo motivo, è facile che ancora qualcuno si domandi se – ad esempio – il cosiddetto “effetto memoria” esiste ancora.
L’effetto memoria e le diverse teorie sui cicli di ricarica
Per “effetto memoria” ci si riferisce alla perdita di potenza della batteria che, se ricaricata senza precise regole, potrebbe verificarsi. In realtà, si tratta di un fenomeno vero solo in parte e sicuramente appartenente al passato.
I telefoni cellulari, erano infatti dotati di batterie al nickel-cadmio (NiCd). Queste, se ricaricate prima che ne avessero bisogno, tendevano a soffrire della cristallizzazione degli elementi. In questo caso, la diminuzione delle risorse energetiche era assicurata.
Attualmente, le batterie al nickel non sono più utilizzate per alimentare i dispositivi. Sebbene fossero poco costose, i contro superavano i pro. Al loro posto, sono arrivate quelle Li-Ion e. Anche in questo caso, le leggende si sprecano.
Secondo alcune filosofie di pensiero, la prima ricarica dev’essere eseguita per molte ore. Altrimenti l’autonomia energetica, nel lungo, ne risentirebbe. Altre scuole di pensiero, indicano come valido il metodo secondo il quale se la batteria rimane in carica oltre il 100%, allora accumulerà più energia. Nulla di vero in entrambi i casi, anzi nella seconda ipotesi, il rischio di surriscaldamento potrebbe portare all’esplosione.
Differenza fra batterie a Li-Ion ed ai Li-Po
Le batterie Li-Ion costano molto poco e si ricaricano rapidamente. Il contro principale, è il surriscaldamento. Molto pericoloso, considerando che sono fatte di materiale infiammabile.
Molto simili, ma più sicure, risultano le batterie ai polimeri di litio. Inoltre, la loro capacità di adattamento, le rende la scelta ideale per dispositivi di forma particolare. Parecchi produttori non le adottano ancora perché più costose delle avversarie.
La durata media di una batteria per smartphone
Mediamente, la batteria di uno smartphone ha a disposizione circa 250 cicli di ricarica. Dopo questi, l’autonomia scende sino a diminuire del 73%.
Per poter prolungare al massimo la vita di una batteria, è necessario mantenerla in salute con alcuni accorgimenti:
- Non aspettare mai che sia completamente scarica, meglio attaccarla alla corrente quando l’autonomia residua è inferiore al 30%;
- Evitare di lasciarla in carica sino al 100%; l’ideale sarebbe intorno al 70%.
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Quando esplodono le batterie?
Sebbene i casi di esplosione di batterie siano abbastanza isolati, può sempre capitare. Nella maggior parte delle situazioni, la colpa è dovuta all’utilizzo di accessori non originali. L’economicità nell’acquisto, si paga purtroppo in termini di qualità dell’assemblaggio.
L’unico consiglio in questi casi, è quello di avvalersi sempre di prodotti di qualità. Un’investimento maggiore, ripaga sicuramente nel tempo.