Cubot H2 è un phablet cinese, che cerca di farsi strada nell’affollatissimo mondo degli smartphone di fascia medio-bassa. L’autonomia è il suo punto di forza, ma alcune cose non convincono.
Il primo contatto nell’unboxing è stato convincente e la ricchissima dotazione in confezione aiuta a chiudere un occhio sull’assenza delle cuffie auricolari.
Terminale con scocca removibile in plastica, bordi in alluminio fresato e ventro 2.5D stondato sui bordi. Le dimensioni di 149,9×76,5×9,1 mm ed un peso di ben 220 grammi, rendono impossibile l’utilizzo ad una mano. Il design frontale è caratterizzato dallo schermo da 5,5″ HD e completato nella parte superiore dallo speaker per l’audio in capsula, sensori di prossimità e luminosità, fotocamera anteriore da 8MP, LED di notifica. In basso tre tasti soft touch non retroilluminati . |
Nella parte superiore troviamo unicamente il jack da 3,5 millimetri. |
Nella parte inferiore alloggia l’ingesso USB per la ricarica utilizzabile anche per l’OTG (cavetto in dotazione). |
Fianco sinistro: carrellino delle due SIM. | Fianco destro: bilanciere del volume e tasto Accensione/Spegnimento. |
Cover posteriore in plastica caratterizzata da una trama in rilievo non particolarmente piacevole al tatto, fotocamera da 13MP con doppio flash LED e, più in basso al centro, troviamo il logo Cubot e i forellini per dello speaker di sistema. Sotto la scocca presente una batteria non removibile da 5000 mAh. |
Bordi in alluminio |
Pesantezza e maneggevolezza |
L’IPS da 5,5″ implementato su Cubot H2 è luminoso e discretamente visibile sotto la luce del sole, anche se il sensore – quando in modalità adattiva – non permette una regolazione manuale della luminosità. La risoluzione del pannello è HD con una densità di pixel pari a 267 PPI e con buoni angoli di visuale. Display nel complesso abbastanza buono con colori ben tarati; pecca nei neri.
La risposta del touch è molto buona e il multi point touch supporta la pressione fino a 5 dita.
Colori |
Luminosità adattiva |
La casa cinese decide di affidarsi al MediaTeck MT6735A (Quad-core da 1,3 GHz) e alla scheda video ARM Mali-T720. Questi due componenti, supportati da 3GB di memoria RAM, garantiscono una buona fluidità in ogni tipo di utilizzo. La velocità di calcolo del Soc non è altissima, ma riesce ad eseguire qualsiasi processo con una discreta velocità. La memoria da 16GB è espandibile, tramite MicroSD, sfruttando lo slot utilizzabile anche per la seconda SIM. Terminale ben ottimizzato, che non surriscalderà mai anche in una sessione di gioco prolungata.
Foto in 4:3 alla massima risoluzione per la fotocamera posteriore da 13MP con sensore f/2.2 che, nella maggior parte dei casi, scatterà foto rumorose e tenderà ad impastare i colori. Non convincono le macro e gli scatti con l’HDR.
Replica le stesse incertezze la fotocamera frontale da 8MP con grandangolare di 88°. Messa a fuoco abbastanza rapida grazie all’autofocus digitale. Presenti modalità di scatto differenti (manca lo scatto manuale) e filtri visibili in tempo reale per personalizzare gli scatti.
Insufficiente la qualità della registrazione video in HD soprattutto con la stabilizzazione EIS abilitata che crea uno sgradevole “effetto onda”. L’audio ripreso dal microfono restituisce una buona qualità in ascolto.
Messa a fuoco |
Qualità generale |
Speaker di sistema:
Audio molto alto |
Qualità in uscita |
Il terminale basato su Android Lollipop 5.1
si comporta bene nell’utilizzo quotidiano e non avrà grossi rallentamenti. L’interfaccia personalizzata da Cubot prevede la rimozione dell’app drawer, organizzando tutti gli applicativi sulle schermate iniziali, dispone le icone in una griglia 5×4 che non permette di sfruttare appieno la grandezza del display. Nella barra in basso (dove all’accensione troviamo Telefono, Rubrica, Fotocamera e Browser) non è possibile posizionare più di 4 App e inoltre non è consentito implementarci una cartella. Tutte queste piccole mancanze potrebbero infastidire gli utenti, che magari avrebbero preferito una versione stock rispetto ad una personalizzazione a tratti poco curata.Il carrellino delle sim di Cubot H2 è dotato di due slot; utilizzabili entrami per le Sim o eventualmente, per una Sim e una MicroSD per l’espansione della memoria. Dispositivo Dual Sim con ricezione nella media e discreta qualità in chiamata. Ricezione del wi-fi sufficiente, GPS preciso e Bluetooth 4.0 che consente l’accoppiamento con tutti i wearable in circolazione e diffusori acustici predisposti. A chiudere il reparto connettività, l’HOTKNOT. Dal punto di vista social si comporta abbastanza bene, anche se ho riscontrato qualche – raro – ritardo nella ricezione delle notifiche di Telegram. Nessun impuntamento o rallentamento in App come Whatsapp, Facebook e Messenger. Per la navigazione Web Cubot si affida al proprio browser, che però fa rimpiangere quelli più blasonati. Il LED di notifica RGB è ben visibile, ma al tempo stesso poco invasivo.
Fluidità generale |
Interfaccia |
La scheda tecnica e la buona ottimizzazione permettono a Cubot H2 di rendere piacevoli le sessioni di gioco, anche con i titoli più impegnativi. Alcune perdite di frame condizionano in parte il piacere di gioco, ma nel complesso il dispositivo è idoneo ad un utilizzo “Gaming Leggero“.
Esperienza d’uso |
Perdite di frame |
Il punto forte di questo phablet è sicuramente la batteria da ben 5000 mAh che garantisce un’estrema autonomia anche con un utilizzo pesante. La “bassa” risoluzione dello schermo aiuta ulteriormente a migliorare questo dato. Presenti una modalità di risparmio energetico intuitivo ed una completa, impostabile automaticamente al raggiungimento del 15% o 5%. Manca una la possibilità di personalizzare la gestione energetica.
Autonomia |
Mancanza modalità risparmio personalizzata |
Cubot H2 si trova sotto i 170€. Il mercato degli smartphone è affollatissimo e Cubot cerca di inserirsi ingolosendo l’acquirente con una batteria da 5000 mAh. La fluidità e la reattività sono buone, ma pecca nella fotocamera e nell’interfaccia. Per non parlare della maneggevolezza.
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