Odio e razzismo on-line, la Commissione europea dice basta e si accora con i giganti dell’informatica per mettere fine alle pratiche illegali di incitamento e reclutamento da parte di estremisti e terroristi.
Youtube, Google, Facebook, Microsoft hanno firmato un accordo con l’UE per garantire la rimozione, entro 24 ore, dei messaggi di odio dal web. Gli attentati terroristici degli ultimi tempi hanno fatto muovere in modo rapido la burocrazia ed è arrivato l’accordo.
“I recenti attacchi terroristici ci hanno ricordato l’urgenza di affrontare discorsi illegali di odio on-line. I social media sono, purtroppo, uno degli strumenti che i gruppi terroristici usano per radicalizzare i giovani“, ha detto il commissario dell’Ue alla Giustizia Věra Jourová. Tra questi il principale è certamente Facebook con oltre 1,6 miliardi di persone connesse a livello globale.
Il social network di Mark Zuckerberg ha già un proprio codice di condotta a cui gli stessi utenti possono far capo in caso notino post che ledano la persona o che incitino all’odio in qualunque sua forma, peccato che spesso sul social blu troviamo pagine che incitano palesemente all’odio e nonostante le segnalazioni non vengono chiuse. Eclatante il caso della pagina che promuove l’odio verso i neonati.
“Non c’è posto per discorsi di odio su Facebook. Con una comunità globale di 1,6 miliardi di persone lavoriamo duro per dare la possibilità alla gente il potersi esprimere garantendo al tempo stesso un ambiente rispettoso“, ha detto Monika Bickert, responsabile del Global Policy Management di Facebook.
Twitter ha sospeso oltre 125.000 account a partire dalla metà del 2015 per aver minacciato o promosso atti terroristici, principalmente legati allo Stato islamico. Gli Stati Uniti hanno intrapreso iniziative analoghe per invogliare la collaborazione di aziende tecnologiche nella lotta contro la radicalizzazione (in genere dei più giovani) online.
I ministri dell’UE avevano chiamato a raccolta le aziende informatiche perché si arrivasse ad una cooperazione subito dopo gli attentati di Bruxelles del mese di marzo. I lobbisti ebrei, spesso il bersaglio dei discorsi di odio, hanno accolto con favore il codice di condotta.
“Questo è un accordo storico che non poteva arrivare in un momento migliore“, ha detto il dottor Moshe Kantor, presidente del Congresso ebraico europeo.