Google Maps è uno dei prodotti Android che ha integrato più funzionalità nel corso degli anni, ma per essere il più completo possibile ha bisogno di dati che spesso, a livello locale, è difficile reperire in tempi brevi: la soluzione arriva dal crowdsourcing, con sondaggi condivisi relativi alle richieste di modifica dei luoghi inoltrate dagli stessi utenti.
Google Maps è sicuramente una delle app più utilizzate su Android, e da semplice navigatore è diventato uno strumento di aggregazione sociale e condivisione di notizie ed informazioni relativi a luoghi di un certo interesse. Spesso però la mole di dati che Google riesce ad analizzare periodicamente non basta per portare con efficienza e velocità le modifiche più recenti, in particolar modo se le modifiche si verificano in piccoli centri o aree rurali.
Già da tempo Google ha cercato di avvalersi della collaborazione dei suoi utenti attraverso il programma Guide Locali, dove volontari contribuiscono attraverso informazioni, modifiche e recensioni ad arricchire il database dei luoghi di Google Maps, a cui qualsiasi utente può attingere. Per rendere ancora più veloce ed efficace questo processo, Google ha ben pensato di far confermare agli stessi utenti la veridicità delle informazioni relative ai luoghi, in particolar modo quelle relative alle modifiche: il processo prende il nome di crowdsourcing
.La nuova interfaccia utente mostra una grafica migliorata, più in linea con lo stile Material Design, e riportante la dicitura “Qualcuno ha suggerito questa modifica a Google. Scegli una delle proposte se giusta“.
Va però detto che le modifiche condivise sono ancora in fase di sperimentazione, e che in base ai risultati Google deciderà se implementare definitivamente il crowdsourcing come metodo predefinito per l’accettazione delle modifiche. Al momento in cui scriviamo (15/06/2016 n.d.r) il processo di accettazione può richiedere giorni o settimane, in quanto la verifica della veridicità delle modifiche viene analizzata manualmente, di solito da una Guida Locale che collabora a stretto contatto con Google per la sua area di pertinenza.
Dopo Waze, anche Google Maps quindi si lascia affascinare dal crowdsourcing come strumento per la condivisione rapida di informazioni e contenuti: con la dovuta cautela, in quanto aprire la possibilità di avallare dei contenuti ad utenti non verificati è sicuramente una scelta rischiosa, ma apprezziamo la scelta di Google di provarci.