Dopo essere stato protagonista di numerose indiscrezioni legate alle presunte specifiche tecniche, il Galaxy Note 7 torna al centro dei riflettori. Infatti, sembra che Samsung abbia affidato a Patron lo sviluppo del sensore che si occuperà della scansione dell’iride.
Cresce l’attesa per la presentazione ufficiale del Galaxy Note 7 che, secondo le prime voci di corridoio, è stata fissata per il prossimo 2 agosto a New York. E, nel frattempo, giungono nuovi rumors riguardo una delle caratteristiche che rendono questo dispositivo davvero originale, nonché dotato di una tecnologia decisamente all’avanguardia.
Proprio nelle settimane precedenti, si era parlato della volontà, da parte del colosso coreano, di voler introdurre sul medesimo smartphone uno scanner della retina per consentire l’identificazione del legittimo proprietario e il conseguente sblocco del dispositivo. Insomma, si tratterebbe di un procedimento assai sicuro, pronto a supportare altri importanti sistemi di autenticazione come, per esempio, la presenza del codice PIN e il riconoscimento delle impronte digitali.
Alcune dichiarazioni ufficiose sostengono che Patron, l’azienda specializzata nello sviluppo di sofisticati sensori, sia riuscita ad aggiudicarsi tutta la fornitura dei moduli che saranno contenuti nel Galaxy Note 7. In altre parole, stiamo parlando di una tecnologia proprietaria in grado di riconoscere ben 266 tratti interni dell’occhio umano effettuando una semplice, quanto celere, scansione dell’iride. Per farci un’idea a riguardo, basti pensare che il rilevatore per impronte digitali riesce a identificare soltanto 40 connotati tra i più significativi.
Tuttavia, riteniamo giusto ricordare che, da sempre, Samsung non sia affatto estranea alla produzione di dispositivi così innovativi e, soprattutto, competitivi. Infatti, il nuovo Galaxy Tab Iris è il primo tablet contraddistinto da scanner biometrico dell’iride che si prefigge l’obiettivo, in un futuro prossimo, di soppiantare del tutto il tradizionale metodo delle password. Non a caso, questo tipo di tecnologia ha raggiunto, secondo la nota società coreana, una maturità “user friendly” e si pone come step successivo al sensore di impronte digitali.
Al momento, non sono trapelati altri pettegolezzi a riguardo. Ma siamo sicuri che, molto presto, torneremo a parlare di questi sensori capaci di analizzare l’occhio.