Cosa accadrebbe se ci distaccassimo dai nostri smartphone per una settimana? Forse, saremmo dominati da un senso di spaesamento, nervosismo, noia. Ma, certamente, ci darebbe modo di tornare a vivere in un passato nel quale i dispositivi non esistevano e la nostra mente era stimolata in tutto. Basti pensare al solo fatto di imparare a memoria un numero di telefono.
La noia non solo è una sensazione sgradevole che si cerca di evitare, ma numerosi studi hanno chiesto alle persone con una “predisposizione alla noia” se si è anche facilmente frustrati nelle situazioni impegnative. Proseguendo con le ricerche, si sono sfatati molti miti. E i ricercatori ora credono che essere annoiati sia uno dei migliori modi per creare lo spazio e il tempo necessari per trovare un significato più profondo e una soddisfazione di sé stessi.
Tuttavia, molti di noi occupano il proprio tempo libero con gli smartphone, riempiendo lo spazio e il tempo che dovrebbe essere dedicato al pensiero creativo. Esperimenti in tal senso ne sono stati fatti. E, lontani dai nostri telefoni, probabilmente, siamo più portati a pensare e a fare “in altro modo”. Sì, perchè molti lamentano proprio questo: il non essere più concentrati, il non sentirsi creativi. Dopo i test, in modo schiacciante la gente ha riferito di sentirsi meglio senza il proprio device.
Ecco, dunque, cosa fare giorno per giorno per abbandonare il proprio smartphone.
Il primo giorno, per un distacco graduale, dovremmo riuscire a tenere il device nelle nostre tasche o in borsa. Ciò implica un sentirsi più liberi di pensare, pianificare la giornata e osservare quello che accade intorno a noi mentre si cammina. Senza l’aiuto del telefono, inoltre, si cerca di tenere a mente eventi e conversazioni del giorno. I neuroscienziati chiamano questo approccio “pianificazione autobiografica”.
Diciamo “no” a Instagram, non scattiamo foto. In realtà, è molto più appassionante vedere il mondo attraverso i nostri occhi e non attraverso un obiettivo fotografico o un filtro. Questo può costituire un piacevole cambiamento, di “punto di vista”.
La sfida è fare a meno delle app. in molti, però, hanno detto che questa è la sfida più difficile. Siamo sommersi dalle notifiche che, spesso, ci ricordano di “far parte del mondo” e di essere aggiornati. Sarà un’abitudine cercare l’app di Facebook, ad esempio. Ma dura poco. Dopo sarà solamente una piacevole mancanza. Eliminare le app fa la differenza nel modo in cui ci si approccia allo smartphone.
Si tratta di un modo come un altro per “avvisare” gli altri che non saremo raggiungibili. Ciò comporta che nessuno si preoccupi e che nessuno ci cerchi. E che noi acquistiamo più tempo per dedicarci ad occupazioni alle quali, abitualmente, dedichiamo poco tempo (cucinare, leggere, ascoltare musica, ecc.).
E’ questo il giorno dell’osservazione delle piccole grandi cose che, in precedenza, non notavamo di star perdendo. Osservando la gente, invece di scorrere le app del nostro device, ad esempio. E magari realizzare di quanto sia buffa la gente che, proprio attaccata al display del cellulare, urta o sbatte contro vetrine, marciapiedi e molto altro. Il peggio, però, lo si trova nei ristoranti. Se ci si guarda attorno, infatti, coppie o amici sono distanti perchè più interessati allo smartphone che a quanto dice chi gli sta di fronte.
Guardare il mondo attorno a noi in modo diverso. Magari, anche la nostra casa. Mettere in esecuzione il pensiero creativo,mirato ad essere alternativo e introspettivo. E la creatività può essere quantificata in molti modi.