Scienza e Tecnologia

Curiosity: alla ricerca di acqua su Marte

Curiosity, il rover della NASA Mars Science Laboratory (MSL), perlustrerà la superficie di Marte al fine di individuare la presenza di corsi d’acqua.

Nel corso delle prossime settimane Curiosity, il rover della NASA Mars Science Laboratory (MSL), perlustrerà la superficie di Marte. Nello specifico, il dispositivo effettuerà un sopralluogo del suolo marziano al fine di individuare la presenza di corsi d’acqua. Tuttavia, la sonda manterrà una distanza di sicurezza, entro un raggio di circa 8 chilometri, dalla zona interessata per evitare che si verifichi uno scambio microbico con uno strumento di origine terrestre.

Acqua su Marte: una scoperta che risale all’agosto 2015

Si ipotizza che, durante la stagione estiva, lungo le creste dei crateri marziani possano scorrere dei piccoli corsi d’acqua salata. Questa straordinaria notizia venne divulgata dalla NASA nell’agosto 2015, a seguito di alcune immagini scattate dalla Mars Reconnaissance Orbiter (MRO): una sonda spaziale multifunzionale, lanciata nello spazio soltanto dieci anni prima, precisamente nel 2005. La scoperta fu accolta con un grande sorpresa dai “terrestri” tanto da ottenere un simpatico doodle di Google.

La nuova missione di Curiosity

Nell’attesa di confermare l’effettiva presenza di H2O sul Pianeta Rosso, Curiosity continua la sua scalata sul Mount Sharp per raccogliere dati che possano aiutare gli scienziati a comprendere le cause che hanno indotto l’inaridimento del suolo marziano e, al contempo, per capire se il fluire dell’acqua possa essere considerato un fenomeno strettamente stagionale.

Lungo il suo percorso, il rover potrebbe avvicinarsi ad alcuni siti dove fu osservata la presenza di acqua liquida. In questo modo Curiosity potrebbe fotografare i siti a chilometri di distanza usando il Remote Micro-Imager, per studiare i possibili cambiamenti stagionali osservati dal MRO. Un’osservazione prolungata di queste regioni potrebbe anche chiarire le cause di questi cambiamenti ciclici.” ha precisato l’Agenzia Spaziale Italiana.

Una ricerca delicata

Jim Green, capo del settore relativo alle scienze planetarie della NASA, ha voluto però avvertire i suoi colleghi: “Fotografare questi luoghi non è poi così semplice come guidare il rover fino a un sito e raccogliere un campione di suolo. I potenziali siti, dove scorre l’acqua, si trovano su pendii ripidi“. In altre parole, la struttura fisica del terreno non faciliterebbe l’impresa.

Inoltre, in questi casi è fondamentale evitare qualsiasi tipo di contaminazione con possibili batteri terrestri presenti sul rover. Pertanto, gli esperti hanno deciso che Curiosity manterrà una distanza di sicurezza, di circa 8 chilometri, da questi luoghi definiti dalla NASA stessa “regioni speciali“, pertanto chiare zone off-limits. Oltretutto, non va affatto dimenticato che l’obiettivo primario degli scienziati rimane pur sempre lo stesso: cercare nuove forme di vita su Marte anche se, in questo caso specifico, si parla di fome di vita microbica.

Condividi
Pubblicato da
Eleonora Danieli