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Google contro Oracle: sembrava finita ma non è così

Dopo essersi difesa egregiamente, Google parte all’attacco per ricambiare con la stessa moneta Oracle

Sembra che una nuova fase del processo Google contro Oracle stia per cominciare: la compagnia di Mountain View ha ricevuto il permesso per citare in giudizio Oracle e i suoi avvocati per la divulgazione di dati ritenuti sensibili e strettamente confidenziali dell’azienda.

La battaglia legale sembrava essersi conclusa felicemente per Google, che finalmente poteva tirare un respiro di sollievo dopo 6 anni passati con la scure del copyright sulla testa. Se però viene accantonata la battaglia sul fronte JAVA e l’utilizzo delle sue API, Google sembra non essere altrettanto soddisfatta del danno arrecato da Oracle e dai suoi avvocati.

A gennaio di quest’anno una notizia strettamente confidenziale veniva messa agli atti durante il processo, nel tentativo di quantificare le entrate dell’azienda di Mountain View e il corrispettivo da concordare per Oracle. Bloomberg pubblicò due articoli sui dati trascritti dall’accusa nel caso Google contro Oracle, con il risultato di rendere disponibili al pubblico i dati riguardanti la presunta cifra che Google avrebbe corrisposto ad Apple per essere il motore di ricerca predefinito sui dispositivi della mela, che ammonterebbe alla somma di circa 1 miliardo di dollari.

Gli avvocati di Oracle dichiararono che Android avrebbe percepito entrate per 33 miliardi di dollari, con un guadagno per Google di circa 22 miliardi di dollari

Google cercò disperatamente di ritirare i dati dai documenti presentati al giudice William Alsup, senza successo. Successivamente l’avvocato difensore di Google, Bruce Barber, ha chiesto ed ottenuto dal giudice la possibilità di citare in giudizio l’avvocato di Oracle, Annette Hurst, per sanzionarla delle sue osservazioni, in questo caso in merito alla divulgazione di dati sensibili e strettamente confidenziali. Questo accadeva il 26 Maggio scorso.

Dopo che il caso Google contro Oracle è stato chiuso, è stato dato il via libero per procedere a citare in giudizio l’avvocato di Oracle, Annette Hurst; non solo,  Google avrebbe richiesto anche il rimborso delle spese processuali, che secondo l’azienda ammonterebbero alla stratosferica cifra di 3,9 miliardi di dollari.

Non sappiamo se le sanzioni verranno applicate o se Google riceverà una cifra così alta per il rimborso delle spese processuali; quello che sappiamo è che certamente Oracle starà ripensando alla sua strategia di questi ultimi 6 anni. Citare in giudizio la casa del robottino verde per poi perdere la causa sull’utilizzo delle API in Java ed essere citati per il rimborso di una cifra a nove zeri non ci sembra certo una strategia vincente. Voi pensavate che Google potesse guadagnare così tanto solo con i proventi di Android?

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Pubblicato da
Redazione