L’Inria, l’Istituto Nazionale per la Ricerca nell’Informatica e nell’Automazione, ha annunciato a fine giugno il lancio di “Software Heritage“, una sorta di biblioteca mondiale che ha come obiettivo quello di archiviare e, quindi, custodire, tutti i codici sorgente di tutti i software del mondo.
Scambiare messaggi, pagare le bollette, ricercare informazioni, pianificare viaggi, far funzionare reti elettriche, attrezzature mediche, banche e organizzazioni governative pubbliche e private, richiede al giorno d’oggi l’impiego di software per computer e dispositivi mobili. Il software, quindi, è il fulcro di ogni sviluppo tecnologico ed è diventato indispensabile per la ricerca scientifica in tutti i campi oltre a svolgere un ruolo centrale e fondamentale anche nella nostra vita quotidiana.
Per preservare questo patrimonio e per rispondere alle sfide tecnologiche e scientifiche del futuro, per l’Inria è diventato, quindi, indispensabile costruire un archivio universale e permanente del software. Il grande archivio, che si appoggerà su un’infrastruttura distribuita per garantire la robustezza e la disponibilità dei dati, si pone come obiettivo quello di contenere tutti i codici sorgente dei software disponibili nel mondo e renderli accessibili a tutti. Attualmente già ospita più di 20 milioni di progetti di software, per un totale di 2,5 miliardi di file origine. Software Heritage pone le basi per un grande strumento di ricerca scientifica digitale in termini di qualità, affidabilità e sicurezza del software che usiamo tutti i giorni, e in ultima analisi vuole diventare il catalogo di riferimento dei codici sorgente per tutti gli utilizzatori industriali.
“Al giorno d’oggi i software sono al centro di tutte le attività umane, dalla medicina, allo svago, dalla comunicazione all’agricoltura. E’ quindi importante per Inria assicurarsi della salvaguardia di tutta la conoscenza relativa al software e metterla al servizio della società, dell’industria, della scienza e dell’istruzione”, ha affermato Antoine Petit, presidente e ceo di Inria
. “Abbiamo deciso di lanciare il Software Heritage più di un anno fa e ne abbiamo dimostrato la fattibilità. Per distribuirlo ora a livello globale, è giunto il momento di aprire il progetto a un più ampio contributo sia nazionale che internazionale”, ha aggiunto.Questo progetto ha già ricevuto il sostegno di industriali, società scientifiche, fondazioni e organizzazioni istituzionali tra cui Microsoft e il DANS della Royal Academy dei Paesi Bassi. “Il codice sorgente dei software costituisce un patrimonio intellettuale essenziale per il funzionamento delle nostre società”, ha affermato Jean Paoli, General Manager presso Microsoft Corp. “In qualità di grandi industriali di questo settore, siamo fieri di essere tra i primi a contribuire a Software Heritage. Metteremo a disposizione l’infrastruttura Azure per contribuire ad assicurare la stabilità e la disponibilità dell’archivio”.
Per raccogliere tutto il codice sorgente disponibile nel mondo, l’Inria ha creato il sito softwareheritage.org e sta ora cercando collaboratori che segnalino i migliaia di siti diversi, dove si trova disperso questo patrimonio mondiale, e del contributo dei ricercatori in tutte le discipline, oltre che di risorse umane, materiali e finanziarie e di partner francesi e internazionali.
L’Inria (Istituto Nazionale per la Ricerca nell’Informatica e nell’Automazione) è un istituto nazionale francese per la ricerca, focalizzato sull’informatica, la teoria dell’automazione e la matematica applicata. Creato nel 1967 a Rocquencourt, vicino a Parigi, è un polo di ricerca scientifica e tecnologica supervisionato dal ministro della ricerca e dal ministero dell’economia, finanza e industria. Compie ricerca sia nel campo dell’informatica teorica che in quella applicata e sono suoi numerosi programmi ad oggi largamente usati come ad esempio Caml, un linguaggio della famiglia ML, le implementazioni Caml Light che OCaml, ma anche Bigloo, una implementazione Scheme, e Scilab, un sistema di calcolo numerico molto simile a MATLAB.