La NASA ha annunciato che la sonda Juno è stata catturata nell’orbita di Giove, dove ha azionato il suo motore principale per 35 minuti consentendo alla sonda di rallentare ed essere dolcemente attratta dalla forza di gravità del pianeta.
Lanciato nell’agosto del 2011, la sonda Juno (JUpiter Near-polar Orbite) ha viaggiato per 5 anni nello spazio coprendo una distanza di 3 miliardi di chilometri per arrivare a scoprire i segreti che si celano sotto l’atmosfera di Giove.
Juno avrà il compito di determinare la quantità di acqua presente nell’atmosfera del pianeta, per confermare o smentire le teorie sulla formazione dei pianeti nel nostro sistema solare. La NASA vuole anche misurare la composizione e la temperatura dell’atmosfera, e come i forti campi magnetici di Giove la influenzino.
La missione è tanto più audace quanto si pensa alle enormi difficoltà da affrontare: il campo magnetico di Giove è talmente forte da essere considerato il luogo più ricco di radiazioni del Sistema Solare, l’equivalente di 100 milioni di radiografie che si abbattono senza sosta sulla sonda. Altre radiazioni provengono dall’attività vulcanica della luna più interna di Giove, Io, mentre le nubi di Giove sottoposte a pressioni incredibili potrebbero comportarsi come conduttori elettrici.
Per evitare danni la sonda si è posizionata in un’orbita molto ellittica rispetto a Giove, dove orbiterà intorno ad esso in un ciclo di 53 giorni. Alla fine dei 53 giorni si verrà a trovare in prossimità dell’equatore per studiare la composizione dell’atmosfera e i campi magnetici del Gigante con la Macchia Rossa.
Il cuore tecnologico della sonda Juno è tutto italiano: all’interno del veicolo spaziale troviamo infatti lo spettrometro italiano Jiram (Jovian InfraRed Auroral Mapper) finanziato dall’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e realizzato da Leonardo-Finmeccanica sotto la responsabilita’ scientifica dell’Istituto di Astrofisica e Planetologia Spaziali dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Iaps-Inaf), a cui spetterà il compito di catturare le immagini delle aurore polari e studiare gli strati superiori dell’atmosfera a caccia di metano, vapore acqueo, ammoniaca e fosfina.
Fa parte della strumentazione anche KaT (Ka-Band Translator), progettato dall’Universita’ Sapienza di Roma e realizzato dalla Thales Alenia Space Italia con il supporto dell’Asi, mentre il viaggio verso Giove non sarebbe stato possibile senza l’apporto dell’italianissimo sensore d’assetto Autonomous Star Tracker, realizzato da Leonardo-Finmeccanica: dopo averla guidata verso Giove, il sensore permettera’ a Juno di mantenere la rotta nell’orbita del pianeta gigante.
La sonda è il più grande veicolo alimentato ad energia solare a viaggiare così lontano dalla Terra, e alle 12:30 EST essa riposizionerà il suo orientamento verso il sole, per ricaricare le batterie solari di cui è dotata.
Non solo tecnologia a bordo della sonda, ma anche omaggi al grande fisico italiano Galileo Galilei: una targa con il ritratto e la firma di Galileo e la descrizione della scoperta delle lune di Giove sono presenti all’interno della sonda, come auspicio e testimonianza della inesauribile voglia di conoscenza del genere umano.