Si torna a parlare di Marte. E la cosa ci mancava. Soprattutto se la notizia più fresca è un messaggio in codice Morse tracciato sulla superficie marziana. Ce ne informa la NASA che avrebbe individuato una sorta di messaggio composto di una serie di strane linee e punti scuri molto simili a quelli che compongono, appunto, il famoso codice.
“NEE NED ZB 6TNN DEIBEDH SIEFI EBEEE SSIEI ESEE SEEE!!” è il messaggio non molto chiaro tradotto da Veronica Bay, scienziato dell’agenzia spaziale americana. Cosa voglia dire, però, è un mistero, come tutto quel che concerne e circonda il pianeta rosso che tanti grattacapi dà agli scienziati di tutto il mondo. L’immagine in questione è stata scattata dalla fotocamera HiRISE (High Resolution Imaging Science Experiment), in dotazione a bordo del Mars Reconnaissance Orbiter, impegnato negli ultimi 10 anni a fotografare qualsiasi dettagli su Marte.
Questa non è la prima volta che si verifica una cosa del genere. Come nemmeno è la prima volta che sulla superficie marziana siano rinvenuti strani oggetti, strane statue e monumenti di chissà quale fattura. Semplici ombre, giochi di luce, forme geometriche che rimandano alla mente altrettanti oggetti reali, ma rintracciabili sulla Terra.
Che questa possa essere una forma di comunicazione, però, rende il fenomeno ancor più interessante. Tracciate tra le due marziane, questa serie di punti e linee a sud del polo nord del pianeta ricorda molto da vicino il codice Morse. Chi da anni ormai è impegnato nella strenua ricerca di vita aliena, l’entusiasmo è tanto. Ma gli scienziati frenano qualsiasi conclusione affrettata.
Queste linee, infatti, possono essere state tracciate dall’azione del vento, esattamente come accade sul nostro pianeta. Tuttavia, quell’alone di mistero permane poiché la disposizione della sabbia è stata modellata su dune che si trovano all’interno di una depressione circolare naturale. Quindi, azzardano gli esperti, quelli che appaiono come i “trattini” lunghi del messaggio, equiparati alle linee del codice, sarebbero stati formati da venti bidirezionali, mentre la formazione dei “punti”, quella sì, rimane un enigma irrisolto.