L’applicazione di Pokémon Go può chiedere all’utente di autorizzare l’accesso ai dati personali del suo profilo Google. Inoltre la mappatura GPS del gioco è fornita proprio dal servizio Google Maps. La connessione tra gli sviluppatori della nota applicazione e l’azienda di Mountain View risiede nel fatto che fino a settembre 2015 quest’ultima possedeva tutte le attività della prima.
L’occhio di alcuni sarà caduto sulla finestra che in Pokémon Go richiede al giocatore di autorizzare l’applicazione a leggere i dati personali del proprio account Google. Non poche controversie ha suscitato infatti questo passaggio, che ha allarmato i più premurosi su possibili minacce arrecate alla propria sicurezza. Sempre i più attenti avranno notato che le mappe che costituiscono l’ambiente di gioco sono fornite proprio da Google Maps
.Quali sono le ragioni dietro queste correlazioni tra Google e l’app più discussa del momento? Per trovare risposte dobbiamo indagare sul passato tra Google e Niantic Labs, la compagnia che ha sviluppato il titolo.
Tutto iniziò quando nel 2010 a John Hanke, sviluppatore di Google Earth, fu chiesto da Google di produrre un’applicazione che potesse rendere interattivi i dati acquisiti tramite Google Maps. A tal scopo Hanke fondò Niantic Labs, al tempo puramente di proprietà di Google. Il risultato di questo progetto fu il gioco che conosciamo con il nome di Ingress. Il titolo ha riscontrato un successo tale da spingere Hanke a distaccare il suo dipartimento da Google.
Nonostante la separazione, Niantic Labs e Google hanno proseguito parzialmente le loro collaborazioni nella realizzazione di Pokémon Go, dando vita al gioco che ogni giorno risulta sempre più amato.