L’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova ha sviluppato R1 – your personal humanoid. Si tratta di un robot umanoide in grado di saper svolgere qualunque mansione gli venga affidata nell’ambiente domestico e professionale. L’automa, messo a punto nell’arco di 16 mesi, nasce dal lavoro di un team di 22 scienziati e tecnici, guidati da Giorgio Metta.
Mentre in Russia si verificano casi in cui i robot fuggono, spontaneamente, dai laboratori dove vengono programmati; in Italia, invece, i ricercatori nostrani si fanno portavoce di tecnologie singolari e, al contempo, molto interessanti. Dopo il robot domestico e il robot portiere, arriva un altro androide pensato per offrire supporto in casa o, addirittura, negli ospedali.
Questo “personal humanoid” è alto circa 1,45 cm, pesa 50 kg e presenta una struttura in fibra e carbonio (50%) e materie plastiche (50%). Il suo volto dispone di uno schermo, composto da un led a colori e dotato di sensori che consentono la visione. Il busto custodisce una serie di hardware e software, sottoposti a continui aggiornamenti, che gestiscono le capacità del robot, tra cui la coordinazione dei movimenti e le operazioni di calcolo. Grazie alla presenza di una scheda wireless, l’androide può persino connettersi a Internet.
In sostanza, la peculiarità di questa tecnologia intelligente risiede nella sfera tattile. Infatti, R1 è in grado di percepire ogni sorta di sensazione mediante un apposito sensore che riveste mani e avambracci. Va aggiunto, a tal proposito, che il robot presenta due bracci meccanici estendibili fino a 13 cm e che l’autonimia della batteria garantisce un’efficienza d’uso di almeno tre ore.
Nei prossimi 12-18 mesi, il gruppo di 22 giovani sviluppatori dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova, con a capo Giorgio Metta, si dedicherà alla produzione in serie della macchina. I modelli, che verranno realizzati in futuro, prevedono un’evoluzione dei materiali e della durata della batteria.
In effetti, bisogna sottolineare che, a oggi, R1 è soltanto un prototipo. “Riteniamo sia necessaria una fase di industrializzazione per renderlo producibile. Questo vuol dire selezionare i componenti perché siano fabbricabili in larga scala. E perché sia disponibile per tutti è necessario un finanziamento di tipo industriale, connettersi alle realtà produttive perché non possiamo farlo come centro di ricerca” ha spiegato lo stesso Metta, responsabile del progetto. “R1 costerà alcune decine di migliaia di euro per poi scendere progressivamente di prezzo. Nel frattempo avrà tutte quelle applicazioni utili per il supporto domestico“.
“Iit ha investito nella sua storia una settantina di milioni di euro per sviluppare una serie di piattaforme robotiche che vanno da iCub a Walkman al plantoide e la robotica chirurgica. Da questa ricerca sono filiate la riabilitazione come prostetica e esoscheletri. R1 è un altro di questi figli, un robot si servizio che potrà essere utilizzato in situazioni domestiche“. Lo studioso prevede che, tra circa 10 anni, R1 possa essere “costruito con nuovi materiali, la parte elettronica incorporata nella struttura, batterie di nuova concezione e funzionalità avanzate. Sempre connesso a internet, sarà il centro dell’internet delle cose. R1 ci seguirà, verrà con noi e ci aiuterà perché al contrario di altri elettrodomestici non rimane fermo“.