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Lo schermo 3D del MIT non bisogno di occhiali [video]

Il MIT ha realizzato una tecnologia, “Cinema 3D”, che permette di proiettare immagini senza dover indossare gli appositi occhiali.

Il Massachusetts Institute of Technology ha lavorato a una sofisticata tecnologia che permette di proiettare immagini nel formato 3D, senza dover indossare gli appositi occhiali. Nello specifico, MIT ha messo a punto un particolare schermo, “Cinema 3D“, costituito da lenti e specchi in grado di indirizzare l’immagine direttamente verso la poltrona del cinema. Il prototipo sarà presentato nel corso dei prossimi giorni in California, in occasione della conferenza di computer grafica di Anaheim.

Diventano sempre più numerose le TV che, sfruttando l’integrazione di lenti speciali, riescono a inviare immagini differenti agli occhi ricreando la dimensione della profondità. Dunque, gli approcci tradizionali si basano su una “barriera di parallasse” e su una serie di frammentazioni dello schermo che consentono ai pixel di essere osservati da postazioni differenti. Tuttavia, vi è l’obbligo, da parte dello stesso spettatore, di limitare i movimenti del corpo per non perdere la sincronizzazione delle clip mostrate.

Con una televisione in 3D è necessario prendere in considerazione come le persone si muovano per guardare da diversi angoli, il che implica la necessità di dividere un numero limitato di pixel per la proiezione in modo che l’osservatore veda l’immagine da dovunque si trovi” ha voluto sottolineare Gordon Wetzstein, professore di Ingegneria Elettrica della Stanford University e non coinvolto nella ricerca. “Gli autori di questo studio hanno intelligentemente sfruttato il fatto che i cinema hanno una configurazione specifica nella quale ogni persona siede in una posizione più o meno fissa per tutto il tempo“.

Cinema 3D“, l’ambizioso progetto del MIT

In questo contesto, si inserisce il progetto del MIT. Il quale potrebbe farci dire per sempre “addio” a quei fastidiosissimi occhiali creati in supporto della tridimensionalità. Difatti, il “Computer Science and Artificial Intelligence Lab

” (Csail) del Massachusetts Institute of Technology e gli ingegneri del “Weizmann Institute of Science” hanno stretto una partnership per produrre un paper mirante a illustrare il funzionamento di tale prodigioso schermo, denominato “Cinema 3D“.

Gli approcci esistenti a un 3D, che non ricorre all’utilizzo degli occhiali, si basano su schermi i cui requisiti di risoluzione sono talmente enormi da essere completamente irrealizzabili“, ha voluto precisare Wojciech Matusik, professore del MIT e co-autore del paper. “Questo è il primo approccio tecnico che consente l’utilizzo del 3D senza occhiali su larga scala“.

In sostanza, “Cinema 3D” è stato sviluppato tenendo conto dei continui movimenti compiuti dalla testa dello spettatore. “Piuttosto che tentare di mostrare molte immagini angolari su tutto l’insieme di angoli di visuale in un cinema, il nostro progetto mostra solamente il ristretto range angolare osservato dalla limitata larghezza di un singolo posto a sedere. Lo stesso contenuto è replicato per tutte le file nel cinema. Per ottenere questo risultato, il sistema utilizza una costruzione ottica basata su due gruppi di barriere di parallasse (o “lenslet”, delle minuscole lenti) poste davanti a un normale schermo“.

Eppure, “Cinema 3D” potrebbe avere dei limiti

Benché le aspettative siano delle migliori, dobbiamo tener presente che il progetto non risulti ancora funzionale dal punto di vista pratico. Malgrado “Cinema 3D” sia grande come una risma di carta, lo schermo richiede l’applicazione di almeno 50 set di specchi e lenti che, oltre a essere dispendiosi, potrebbero non riuscire a produrre risultati soddisfacenti vale a dire immagini ad alta risolzione.

Rimane da vedere se l’approccio sia finanziariamente fattibile tanto da poter applicare tale tecnologia a un intero cinema. Siamo ottimisti sul fatto che questo sia un passo importante nello sviluppare un sistema 3D per grandi spazi, come cinema e auditorium, che non richiedano la presenza di occhiali” ha concluso Matusik.

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Pubblicato da
Eleonora Danieli
Tags: occhiali