La rivista “Scientific Reports” racconta una vicenda davvero singolare. Otto pazienti, paralizzati a causa di alcune lesioni al midollo spinale, hanno riacquistato la sensibilità parziale e il controllo muscolare degli arti inferiori grazie allo sviluppo di un’interfaccia robotica simile a un “avatar“. La macchina, creando una Realtà Virtuale, sfrutta l’attività cerebrale dei paraplegici per simularne il controllo degli arti.
Il progresso delle neuroscienze
“Non prevedevamo un esito clinico così sorprendente quando abbiamo iniziato il progetto. I pazienti, che hanno utilizzato un’interfaccia cervello-computer per un lungo periodo di tempo, hanno avuto miglioramenti nel comportamento motorio, nelle sensazioni tattili e nelle funzioni viscerali. Finora, nessuno era riuscito a ottenere il recupero di queste funzioni, dopo così tanti anni dalla diagnosi di completa paralisi“.
La spiegazione è stata fornita dal neuroscienziato Miguel Nicolelis, docente presso della Duke University e coordinatore del progetto “Walk Again“, in Brasile. Il ricercatore ha messo a punto una serie di sistemi capaci di registrare e monitorare centinaia di segnali simultanei, emessi dai neuroni nel cervello, per ottenere comandi motori da tradurre in movimento.
I pazienti hanno potuto constatare i primi miglioramenti dopo i primi sette mesi di allenamento. Nei dodici mesi successivi al training, i medici hanno potuto modificare la loro diagnosi da paralisi totale a parziale. L’attività motoria ha favorito miglioramenti nel controllo della vescica e dell’intestino, riducendo l’assunzione di lassativi orali e il ricorso ai cateteri. Secondo gli esperti, in questo modo, viene meno il rischio di contrarre infezioni, spesso mortali per questa particolare tipologia di disabili.
Il “miracolo” compiuto dalla Realtà Virtuale
Miguel Nicolelis ha sviluppato delle interfaccia uomo-macchina. Un insieme di sistemi in grado di captare le onde cerebrali che veicolano i pensieri traducendoli in comandi da impartire a un computer, programmato per supportare la riabilitazione del paziente. Nello specifico, gli scienziati hanno chiesto ai soggetti paraplegici di immaginare di tornare a muovere gli arti inferiori. Attraverso la raccolta dei dati, la macchina ha riprodotto un avatar che ha compiuto, virtualmente, i movimenti pensati dai pazienti.
Per condurre l’esperimento, il team di esperti ha utilizzato delle gambe robotiche, oltre alla Realtà Virtuale. In questo modo, i volontari hanno riacquistato la sensibilità parziale delle proprie gambe. Una sensibilità che credevano di aver perso per sempre.
Il risultato è stato raggiunto mediante alcuni nervi spinali, che non erano stati lesionati, “riprogrammati ad hoc” dall’équipe del neuroscienziato. Inoltre, grazie al supporto dell’avatar, i pazienti hanno potuto cogliere, di nuovo, le differenze tattili delle superfici.
Vi proponiamo il video che dimostra questo importante traguardo.