Gli studenti che giocano d’abitudine ai videogiochi hanno un rendimento migliore nel campo della scienza, della matematica e della lettura in genere. Questo il risultato cui si è giunti in base ad uno studio dell’Institute of Technology di Melbourne (RMIT) e pubblicato in una rivista internazionale di comunicazione. Di contro, però, quelli che trascorrono la maggior parte del loro tempo sui social network ottengono rendimenti medi più bassi.
La ricerca si è basata su un campione di 12 mila studenti di 772 scuole secondarie in Australia. Gli adolescenti che spesso giocano con i videogiochi hanno ottenuto punteggi di 15 punti al di sopra della media nelle prove di matematica e di lettura. Secondo la scienza, 17 sopra la media.
Alberto Posso, dell’Istituto di Tecnologia di Melbourne, è stato incaricato di analizzare le informazioni, sulla base del test PISA 2012. Il suo scopo era quello di trovare la correlazione tra successo e interessi dei ragazzi al di fuori dall’attività accademica. “L’analisi mostra che gli studenti che giocano con i videogiochi hanno risultati migliori. Quando si riproduce un videogioco, quel che si fa è risolvere i problemi per cercare di passare ad un altro livello. Questo significa applicare ciò che si è appreso durante le lezioni di matematica e scienza”.
Gli insegnanti, dunque, e sempre secondo Posso, potrebbero prendere in considerazione la possibilità di incorporare i giochi di apprendimento più popolari – non attinenti temi violenti- come un ulteriore strumento di istruzione. L’analisi non specifica che tipo di giochi gli adolescenti usino, anche se nel periodo di rilevamento dei dati quelli più popolari sono stati League of Legends, World of Warcraft e DOTA.
Né si spiega quale sia la correlazione tra il gioco online e i buoni voti. Secondo gli esperti, una spiegazione potrebbe essere il fatto che i ragazzi che amano la matematica e la scienza hanno maggiori probabilità di essere appassionati di videogiochi.
Non è la prima volta che tali risultati confermano questo legame. Un recente studio condotto dalla Columbia University, infatti, aveva garantito che i bambini tra i 6 e gli 11 anni che giocano con i videogiochi hanno una capacità intellettuale più elevata. Il che si traduce in un rendimento scolastico migliore.
Tuttavia, gli esperti chiedono di diffidare di tali studi. Peter Etchells, un professore di psicologia biologica presso l’Università di Bath, ha dichiarato che è “interessante notare che la correlazione positiva tra il gioco online e prestazioni migliori, ma abbiamo bisogno di fare ulteriori studi per capire meglio come e perché questo accada e vedere se c’è davvero una corrispondenza“.
Lo studio analizza anche il rapporto tra l’uso di Facebook e Twitter e il buon rendimento scolastico. La conclusione è che gli studenti che si trovano spesso sui social network ottengono punteggi del 4 per cento sotto la media. Inoltre, la pubblicazione della rivista cita altri studi che dimostrano come utilizzare intensamente i social media porti ad avere una capacità di attenzione più bassa.