Octobot è il primo robot morbido autonomo sviluppato dall’Università di Harvard: la sua caratteristica principale è quella di possedere dei circuiti logici che gli danno la possibilità di muoversi senza avere al suo interno alcuna parte rigida.
E stato creato grazie all’insieme di più tecniche, tra le quali la stampa 3D, la litografia e la modellatura di un composto liquido. La maggior parte del lavoro è stato ottenuto grazie alla stampa 3D, che ha permesso di costruire il semplice circuito logico che equilibra al suo interno il meccanismo che gli consente di muoversi, in maniera del tutto autonoma.
Il movimento è possibile grazie ad una reazione chimica: il perossido di idrogeno grazie ad una semplice reazione con un catalizzatore, in questo caso il platino, produce grandi quantità di gas. I gas vengono poi smistati autonomamente dal circuito che controlla la logica microfluidica.
Octobot, il primo soft-robot completamente autonomo, è il preludio a robot morbidi più complessi e funzionali
Va detto che per il momento Octobot, il primo soft robot completamente autonomo, non è poi così autonomo. Quello che riesce a fare è dimenare i suoi tentacoli, che si gonfiano con i gas della reazione chimica. Il circuito logico interno provvede a farne muovere solo una coppia alla volta. Grande la dimensione di una scheda SD all’incirca, è il primo passo verso esperimenti più complessi.
Infatti le parole del professore in Ingegneria e Scienze Applicate Robert Moore fanno ben sperare per il futuro: “Questa ricerca dimostra che gli scienziati oggi possono costruire i componenti fondamentali di un robot morbido semplice, che getta le basi per la costruzione di robot con un design più complesso”.
Octobot è il primo soft-robot robot completamente autonomo, ma anche per i robot “tradizionali” questo 2016 è stato un anno di grandi traguardi. Vi ricordate di Spot Mini costruito da Boston Dynamics? L’avvento dei robot è sempre più vicino.