L’interesse per lo spionaggio digitale da parte dei governi è in crescita. Questa è una delle conclusioni cui il rapporto di Digital Rights è giunto. Ed è qui che si rivela come la stragrande maggioranza dei paesi siano coinvolti con HackingTeam, la discussa azienda italiana creatrice di Remote Control System (RCS), un software spia venduto a organizzazioni governative di tutto il mondo.
Sono diversi i Paesi ad aver acquistato licenze per l’utilizzo di Galileo o Da Vinci, i nomi commerciali di RCS. Mentre altri ancora hanno contattato le società e negoziato sui prezzi, sebbene nessuna informazione sulle vendite e la loro concretizzazione sia stata diramata. Gli acquisti e le trattative, attraverso società di intermediazione, sono state fatte.
Il software RCS è in grado di accedere a qualsiasi tipo di informazione in un computer o uno smartphone: password, messaggi e-mail, contatti, chiamate audio, microfono e webcam, strumenti di informazione come Skype e altre piattaforme di chat, posizione geografica in tempo reale, le informazioni memorizzate sul disco rigido, ciascuno dei tasti premuti e i clic del mouse, le immagini e i siti web visitati, e altro ancora. In altre parole, praticamente tutto quel che viene eseguito su un personal computer.
Tuttavia, queste analisi vanno in contrasto con le norme legge di ogni Paese e violano anche il diritto alla
privacy, alla libertà di espressione e al giusto processo. E, le ordinanze del tribunale, in questo caso non sono sufficienti per garantire l’uso legittimo del software spia. In termini legali, infatti, questo tipo di software non è esplicitamente regolato in tutti i paese. Spesso si tratta di disposizioni con linguaggio vago e impreciso. L’assenza di una regolamentazione lascia alle autorità l’uso, l’applicazione e gli obiettivi di RCS.Mentre l’intercettazione delle comunicazioni in un ordine del tribunale è regolato, il software Hacking Team è molto più invasivo di una semplice intercettazione. Include, come anticipato, l’accesso ai documenti, webcam, hard disk, tastiera e geolocalizzazione dei computer interessati.
È da notare, infine, che in quasi tutti i paesi ci sono sanzioni penali contro coloro che invadono o intervengono sui sistemi informatici o sulle comunicazioni private di una persona al di fuori della legalità di un’indagine. Il problema dello spionaggio va ben oltre, si tratta di una tecnologia globale di sorveglianza degli abusi di mercato. A questo proposito, ci dovrebbe essere una maggiore trasparenza nell’uso e nell’acquisizione di questi strumenti , una discussione aperta sulle norme che dovrebbero governare questa tecnologia e anche sanzioni penali nei casi che lo meritano.