Gli smartphone di oggi, nei limiti del possibile, si equivalgono tra loro. E quelli Android, in taluni casi, si sono persino avvicinati e spesso battuto la controparte iPhone in termini di design e funzionalità. Ma c’è una cosa importante fa raccomandare iPhone su qualsiasi telefono Android: l’ecosistema iOS.
iOS è l’unica piattaforma con il miglior supporto per sviluppatori e per aggiornamenti costanti con nuove funzionalità sul dispositivo. Android non può farlo. In realtà, è un vecchio argomento, ma che rimane fedele alla sua base dopo tutti questi anni di evoluzione hi-tech. L’ecosistema Android è frammentato.
I nuovi telefoni Pixel di Google, presentati lo scorso 4 ottobre, sono stati progettati per cambiare la situazione e mostrare quel che Android dovrebbe essere: un’integrazione armonizzata di software e hardware. Sì, un concetto molto Apple-like, si potrebbe dire. Ma è anche il giusto approccio.
Tuttavia, sebbene i telefoni Pixel sembrino impressionanti, non sembrano abbastanza “pronti” per sfidare Samsung, Huawei e il resto dei marchi che dominano l’ecosistema Android. E sono proprio quei marchi ad aver un maggiore controllo su Android di qualche tempo fa.
Ad ogni modo, pare ci sia poca speranza che Google, con i suoi device Pixel, possa costituire una minaccia per il predominio di Huawei in Cina o il dominio di Samsung in tutto il mondo. Proprio quest’ultima, infatti, come ben noto spende centinaia di milioni ogni anno solo nella commercializzazione dei suoi smartphone.
Con i nuovi Pixel, sarà possibile capire la visione futura di Google per Android. Saranno probabilmente l’esperienza ideale per chi desidera il meglio di Android e la “pace della mente” per chi vuole beneficiare delle ultime caratteristiche e aggiornamenti non appena sono disponibili. Ma saranno anche l’unico modo in cui gli utenti Android potranno al momento beneficiarne.
Google non ha ancora un controllo deciso su Android e Pixel non farà nulla per cambiare la situazione. I nuovi device, infatti, possono servire da modello. E non giova Samsung lanciare telefoni Android generici che cercano di differenziarsi dal resto del mercato.
Il solo compito, per Google, è quello di esercitare un maggiore controllo su Android: limitare il numero di modifiche che possono essere apportate alle funzionalità di base del software; ad esempio. Mentre spetta ai partner consentire aggiornamenti software non appena disponibili.
Probabilmente ciò comporterà malumori da parte di Samsung, LG e simili; ma è anche vero che non hanno molta scelta. Possono cercare di inventare un nuovo sistema operativo mobile, ma tutti coloro che hanno provato a costruire una terza opzione ad iOS e Android non sono riusciti nell’intento. Basta chiedere a Palm, Mozilla, BlackBerry e Microsoft. Google ha dimostrato in più casi di avere le armi in pugno. Non si tratta solo di usarle.
Nel frattempo, Android rimarrà il pasticcio che è sempre stato e un ecosistema inferiore a iOS per alcuni. Ma non per la maggior parte degli utenti.