La saga dello sfortunato Galaxy Note 7 continua e così anche l’incubo di Samsung. Ora l’azienda sudcoreana chiede a tutti i carrier, a livello globale, di bloccare le vendite del Galaxy Note 7 e a tutti gli utenti di non utilizzarlo e di non tenerlo nemmeno acceso. Prima di riprendere le vendite l’azienda vuole indagare sui motivi che portano il device a prendere fuoco.
Galaxy Note 7 il più grande errore di Samsung
La domanda è: non lo aveva già fatto? Un nuovo giorno, una nuova dichiarazione ufficiale da parte di Samsung relativa al Galaxy Note 7. Solo ieri l’azienda dichiarava che non avrebbe sospeso le vendite, ma solo modificato il volume di produzione. Oggi arriva la decisione del blocco totale delle vendite come avevamo già auspicato la settimana scorsa e supposto proprio ieri in occasione delle notizie che rimbalzavano in rete in relazione alle ultime dichiarazioni del colosso delle telecomunicazioni.
Il Galaxy Note 7 va a fuoco, noto che accadesse con la prima tranche arrivata sul mercato nel mese di agosto ora si sa che accade anche con le unità sostituite. I motivi del perché accada sono stati spiegati più volte e sono legati al corto circuito che si crea quando anodo e catodo della batteria vengono in contatto.
E si ritorna alla domanda iniziale. Prima di partire con la sostituzione, Samsung non ha verificato e indagato sulle problematiche del suo phablet più sfortunato della storia? Si può parlare effettivamente di sfortuna? In entrambi i casi la mia risposta è un no, anche se con cautela non avendo tutte le informazioni possibili a disposizione. Ma sono i fatti a parlare, i Note 7 sostituiti vanno a fuoco esattamente come i primi.
Dunque, cosa sta succedendo? Perché Samsung non riesce a venir fuori da questa storia? Ancora una volta la motivazione si può ritrovare in una leggerezza dell’azienda, troppa leggerezza. Finora le è anche andata bene, sono andati a fuoco un garage, un’auto, ci sono state persone ustionate. Se in quell’auto o in quel garage ci fosse stato qualcuno cosa sarebbe potuto accadere?
Sono tanti, troppi, gli interrogativi a cui non si riesce a dare una risposta. L’unica cosa che si può fare è attendere notizie ufficiali dalla diretta interessata. È chiaro che l’immagine di Samsung è ormai compromessa, se gli utenti avrebbero potuto perdonare il primo errore, difficilmente potranno farlo con il secondo. Come si potrà tornare ad avere fiducia in un’azienda che non si è resa conto da subito che la prima cosa da fare era il blocco delle vendite per capire in modo definitivo i motivi che hanno portato a questo disastro completo.
Vista da fuori l’unica risposta è ancora una volta: superficialità. Errare è umano, perseverare è diabolico e Samsung persevera. Attenderemo la risposta dell’azienda dopo le indagini sul dispositivo per capire, una volta per tutte, cosa sia accaduto. Un’altra domanda si fa largo nella mia testa, si potrà avere ancora fiducia nei prodotti dell’azienda sudcoreana?