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Primo caso di trapianto di pene in Sud Africa

Primo caso di trapianto di pene

Primo trapianto di pene su un paziente malato di cancro. Una procedura innovativa che potrebbe anche aiutare alcuni veterani della guerra, mutilati dalle mine ed esplosivi. In un caso come questo, che rappresenta l’ultima frontiera nel campo sempre più innovativo e crescente dei trapianti ricostruttivi, l’operazione ha richiesto 9 ore.

I medici, al momento, si dicono ottimisti e ritengono che il paziente possa presto tornare ad urinare normalmente e ad avere rapporti sessuali. E per la prima volta dopo che gli era stato diagnosticato un cancro aggressivo del pene che gli aveva causato l’amputazione dei genitali. Sarà necessario un supporto psicologico, che avrà un ruolo importante nella fase di recupero.

Identità del donatore non comunicata

L’operazione è altamente sperimentale. Solo un paziente, in Sud Africa, ha ricevuto un trapianto di pene. Ma altri quattro ospedali del paese hanno avuto il permesso di tentare questa procedura delicata.

La perdita del pene, sia a causa di un cancro, che di incidenti o lesioni di guerra, è emotivamente traumatizzante e colpisce la necessità di urinare, l’intimità sessuale e la capacità di concepire. Molti pazienti soffrono in silenzio prima che lo stigma che porti loro ferite. A differenza di altri tipi di trapianto – come cuore, rene o fegato – quelli ricostruttivi sono eseguiti per migliorare la qualità della vita del paziente. E anche se un trapianto di pene può sembrare radicale, le procedure sono le stesse che si effettuano di norma per altre situazioni.

La particolare “donazione” è stata ricevuta da un cadavere la cui identità resta anonima. L’equipe del dottor Der Merwe dell ‘Università di Stellenbosch, che ha condotto l’operazione, prevede un periodo di recupero di tre mesi. Durante i quali, e gradualmente, riacquisterà la normale sensibilità-

Tuttavia, i pazienti devono affrontare seri rischi: rigetto dei tessuti e gli effetti collaterali dei farmaci anti-rigetto che devono assumere per il resto della vita. I medici stanno lavorando per cercare di ridurre la quantità di farmaci necessari. E questo tipo di trapianto di pene ha generato forte interesse tra i veterani di Iraq e Afghanistan, sebbene nel loro caso sono richieste operazioni più lunghe causa di lesioni spesso causate dalle mine, che tendono ad essere più gravi e necessitano di riparare i vasi sanguigni, i nervi e il tessuto pelvico.

Il dottor Andre van der Merwe ha dichiarato che l’uomo è in buona salute e ha una normale funzione sessuale e sarà anche in grado di concepire. Ma il suo recupero sarà difficile, dal momento che coaguli ed infezioni sono in agguato.

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Pubblicato da
Federica Vitale
Tags: trapianto