Gli scienziati, da tempo, stanno cercando il modo più adeguato per sostituire le onnipresenti batterie agli ioni di litio. Ma la mancanza di efficienza e di tendenza all’accumulo di perossido di litio sugli elettrodi da parte delle batterie alternative impedisce di fare il salto. La soluzione potrebbe essere, però, nel nostro sangue.
Le celle elettrochimiche di litio-aria (o litio-ossigeno) sono chiamate a sostituire lo standard industriale per la loro alta densità di energia e la capacità di mantenere la carica per lungo tempo. Queste, infatti, potrebbero mantenere carichi i nostri dispositivi elettronici anche per settimane o, addirittura, le auto elettriche.
Nella corsa alla messa a punto di queste batterie adattate per l’uso commerciale, un team di ricercatori dell’Università di Yale si è concentrato sulla molecola che trasporta l’ossigeno nel sangue. “Quando si inala l’aria, la molecola assorbe l’ossigeno nei polmoni e, quando si espira, di ritorno trasporta l’anidride carbonica“, spiega Andre Taylor, uno dei ricercatori. “[La molecola] ha un buon legame con l’ossigeno e abbiamo visto che questo può essere un modo per migliorare questi promettenti batterie al litio-aria “.
Si potrebbe anche contribuire a ridurre la quantità di rifiuti prodotti dell’industria di origine animale e, dunque, si troverebbe nella produzione di batterie un altro modo per “sbarazzarsi” del sangue di scarto degli animali. Per indurre il flusso di corrente, la molecola è una delle due parti dell’emoglobina che sembra essere l’ideale per facilitare la reazione con cui l’ossido di litio prodotto viene decomposto nel catalizzatore di litio e gas ossigeno.
Secondo i ricercatori, la molecola migliora le prestazioni delle celle Li-O2, riducendo la quantità di energia necessaria per migliorare i tempi di caricamento e scaricamento della batteria. Essendo una biomolecola, gli scienziati hanno trovato in essa un altro vantaggio: si tratta di un approccio friendly per l’ambiente.
La scoperta non solo ci avvicina alla prossima generazione di batterie – che, come abbiamo visto, potrebbe anche contribuire a ridurre la quantità di rifiuti prodotti dell’industria di origine animale – ma avrebbe trovato anche nella produzione di batterie un altro modo per sbarazzarsi del sangue degli animali.
I risultati dello studio sono stati pubblicati dalla rivista Nature Communications.