Ci piace a considerare i nostri smartphone come piccoli computer. Sul nostro portatile, sono “ospitate” diverse applicazioni e spesso sono aperte contemporaneamente. Questo richiede un uso notevole dell’energia della batteria, in particolare di quei portatili che si collegano a Internet. Allora, ha senso che il nostro smartphone funzioni allo stesso modo? No, e c’è una motivazione concreta.
Nel caso delle applicazioni iOS o Android, queste non rimangono aperte allo stesso modo che nei computer, anche se noi trattiamo lo smartphone come se lo fosse. Quando si smette di usare un’app, questa viene come “congelata”, non fa nulla senza che noi chiediamo di eseguire qualcosa in particolare. E, dunque, non consuma risorse. Chiuderle, in realtà, non comporta grossi cambiamenti per la batteria.
Scotty Loveless, ex dipendente di Apple, ha spiegato che “quando si chiude l’applicazione, ciò che si fa è rimuovere RAM. Anche se si pensa che questo sia ciò che dovrebbe essere fatto, non è vero. La volta successiva che si apre la stessa applicazione, il dispositivo dovrà caricarla completamente e di nuovo e l’intero processo consuma più risorse sulle applicazioni del telefono che lasciarle in stand by, senza disturbare nessuno. Inoltre, le applicazioni iOS ora si chiudono automaticamente, quindi si sta facendo qualcosa che il dispositivo fa già di per sé”.
E lo stesso vale per Android. Sentirete molte persone dire che questi task manager chiudono applicazioni progettate per aiutare a migliorare la vita delle batterie. Ma il problema è che, in pratica, sono inutili. Infatti, fanno più male che bene. Come accade in iOS, per chiudere un’applicazione su Android, si fa in modo che il cellulare debba ricaricarla di nuovo completamente quando viene riaperta. E questo comporta un uso più accentuato di batteria.
Invece di chiudere le applicazioni, è meglio disattivare quelle che eseguono operazioni in background. quando necessario. Su iOS, basta semplicemente andare al menu delle Impostazioni > Generale e, quindi, scegliere la sezione “Aggiornamento in background”, dove è possibile configurare quale applicazione si desidera venga aggiornata automaticamente o manualmente. Con Android anche si può scegliere di fare la stessa procedura e accedere al menu Impostazioni > Wireless e reti > Utilizzo dei dati e lì selezionare l’opzione di menu “Limitare l’uso dei dati in background”. Di certo, è bene tenere a mente che, anche se si risparmia un po’ di batteria, alcune applicazioni in questo modo non funzionano, come Google Play Store.
Tutte queste considerazioni non significano che le applicazioni non siano un problema. Alcune, infatti, sono in grado anche di risucchiare totalmente e completamente la durata della batteria di un dispositivo. Quindi, è possibile disattivare l’utilizzo dei dati di background per le applicazioni che non necessitano di questi aggiornamenti o disattivare le notifiche di quelle di cui non siete particolarmente interessati o, addirittura, eliminare le applicazioni che non si sta più utilizzando.
Tuttavia, è anche be e sapere che le applicazioni possono consumare molta di più batteria del dovuto se sono datate o mal configurate dal loro sviluppatore. Gli smartphone ora sono in grado di dirci quali siano quelle che consumano più batteria e questo comporta sicuramente un grande aiuto. Sia iOS che Android ci forniscono queste preziose informazioni nella sezione batteria del menu apposito nelle rispettive impostazioni.
Il prossimo mito che affronteremo è quello relativo all’uso esclusivo del caricabatterie “ufficiale” dello smartphone.
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