Apple, nel corso del suo ultimo Keynote relativo alla presentazione dei suoi nuovi Macbook, ha pubblicamente deriso Android. Durante l’evento, infatti, Tim Cook ha colto l’occasione per donare qualche cifra e rapportare i due sistemi operativi mobile più diffusi al mondo.
Il mondo dell’elettronica e l’attuale mercato, in generale, è diventato sempre più competitivo e le imprese, in esso presenti, non hanno rancore ad attaccare le concorrenti sui loro punti più deboli. Così è stato nella serata di ieri, l’attuale amministratore delegato (AD) di Apple, infatti, ha picchiato duro Google ed il suo OS Android.
Apple più veloce di Android in materia di aggiornamenti
Secondo il manager, il 60% dei prodotti della mela sul mercato sono stati aggiornati all’ultima versione OS (iOS 10), in solo alcune settimane. Dall’altro lato, invece, Android Nougat sembra quasi inesistente (meno dell’1% sul totale) ed il suo predecessore, Android 6.0.1 Marshmallow, stenta a crescere (19% del totale).
Analizzando i dati in maniera globale, quindi, ci rendiamo conto non tanto dell’ottimo lavoro svolto da Apple, quando dell’enorme patologia che affligge ormai da anni il robottino verde. Infatti, facendo due calcoli, iOS 10 in poco più di un mese è già più diffuso delle due ultime versioni Android messe assieme (Marshmallow + Nougat). Un vero e proprio neo, difficilmente comprensibile.
Perché gli aggiornamenti su Android sono così lenti ad arrivare?
Quel che ci si domanda spesso, a questo punto, è perché gli aggiornamenti ufficiali richiedano così tanto tempo alle case costruttrici di smartphone Android. La spiegazione è molto semplice: Android è presente su migliaia e migliaia di dispositivi, di centinaia e centinaia di modelli diversi. In altre parole, ogni specifico modello richiede del tempo affinché l’azienda produttrice possa lavorare sulla migrazione verso un nuovo SO. Questo, naturalmente, comporta un enorme sacrificio in termini monetari e di sforzi, che spesso le stesse aziende non possono affrontare. Guardando Apple, invece, la situazione è molto meno complessa, con soli due device all’anno la società riesce a gestire perfettamente il suo piano di update e supporto, un po’ quello che accade con Google e la sua linea “Nexus” (ora “Pixel”).
Per il momento, in ogni caso, non possiamo che augurare una pronta guarigione ad un robottino verde leggermente affaticato. Staremo a vedere se nel prossimo futuro le cose cambieranno, per ulteriori informazioni in merito continua a seguirci su Tecnoandroid.it!