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Google definisce l’intelligenza artificiale inventando metodi di crittografia

Gli esseri umani hanno già dimostrato la capacità di creare algoritmi sicuri per la crittografia. Ma non erano sufficienti per il team di Google Brain. Così, invece di basarsi sulla materia grigia del cervello umano, gli ingegneri di Google hanno fatto in modo che un trio di menti AI mettessero alla prova le proprie capacità di crittografia.

A partire da tre diversi protagonisti di nome Alice, Bob, ed Eva, Google ha preparato obiettivi specifici per ciascuno di essi. Alice è stata incaricata dell’invio di un messaggio di Bob ed è stato compito di Eva di intercettarlo e decodificarlo. Sia Alice che Bob hanno dato le chiavi di corrispondenza con cui codificare e decodificare la loro conversazione, mentre Eva doveva tentare di tradurre il messaggio cifrato in chiaro.

La parte importante è che Alice aveva un proprio algoritmo di crittografia, ma né Bob né Eva ne erano a conoscenza. Bob, infatti, non aveva alcuna idea di come la chiave dovesse essere applicata al messaggio cifrato ed Eva, fondamentalmente, ha dovuto lavorare partendo completamente da zero.

Dapprima, nessuno dei destinatari sono stati in grado di decodificare correttamente il messaggio con qualsiasi grado di affidabilità. I risultati del test mostrano che l’intelligenza artificiale è in grado di decodificare il testo cifrato, ma è anche relativamente facile ingannare chi, ignaro, è costretto ad immaginare come risolvere il problema.

Mentre sembra improbabile che le reti neurali siano in grado di realizzare una crittoanalisi, queste sono invece molto efficaci nel dare un senso ai metadati. In breve, l’intelligenza artificiale è una crittografia, ma non così grande da eseguire una decrittazione “cieca”. Almeno per ora. 

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Pubblicato da
Federica Vitale