Spotify è nuovamente sotto i riflettori. Il noto servizio di musica streaming presenta un bug che mette in serio pericolo i dispositivi degli utenti. Mentre si utilizza questo servizio per ascoltare la propria musica preferita, infatti, viene attivato in modo del tutto automatico un programma che scrive incontrollatamente un’enorme mole di dati sull’hard disk che di conseguenza viene sovraccaricato in modo preoccupante.
Il bug di Spotify risalirebbe al 2013
Si tratta di un bug piuttosto grave visto che più un utente ascolta musica più l’hard disk verrà affaticato. Infatti, è stato stimato che in una sola ora di utilizzo, il bug scrive in modo incontrollato sul disco fino a 10 GB di dati. Gli utenti che utilizzano il servizio per più tempo, hanno raggiunto un sovraccarico che era di poco inferiore a 1 TB!
Stando alle prime rilevazioni pare che la genesi del pericoloso bug andrebbe ricercata nei file “mercury.db” presenti nel database del programma. Al momento non è chiaro da quando il bug sia esistente. Secondo alcuni sono almeno tre anni che questa falla è presente nel sistema. Soltanto ora, però, il problema è divenuto evidente grazie a numerose segnalazioni da parte degli utenti.
Visto che in molti casi il bug ha provocato seri danni a diversi dispositivi, alcuni utenti hanno “minacciato” di intraprendere azioni legali contro Spotify al fine di ottenere un risarcimento. Il servizio di musica streaming, intanto, ha reso noto che presto verrà rilasciato un importante aggiornamento che risolverà il pericoloso bug “mangia” hard-disk.