Tesla e SolarCity non perdono tempo nel mostrare le proprie potenzialità: la griglia solare installata su Ta’u, nelle isole Samoe, provvede quasi completamente al fabbisogno energetico degli abitanti dell’isola.
Non è passato troppo tempo dalla ufficiale approvazione dell’acquisizione di SolarCity da parte di Tesla, ma questo traguardo sembra proprio essere il fischio d’inizio di una lunga partita giocata sul terreno dell’energia solare.
Grazie a Tesla, ora proprietaria di SolarCity, un’intera isola ha coronato il sogno di ogni ambientalista: generare energia esclusivamente da fonti rinnovabili, in questo caso il solare.
L’energia solare è una delle fonti energetiche con il più alto rendimento, ma ovviamente ha le sue controindicazioni. Innanzitutto il suo rendimento è legato alla posizione geografica, infatti non in tutti i luoghi è auspicabile utilizzare il solare a causa degli alti costi da ammortizzare. La seconda controindicazione è che l’energia arriva e viene erogata, ovviamente, soltanto nelle ore di luce.
Esistono poi dei luoghi che hanno sole in abbondanza, ma dove i pannelli fotovoltaici non possono essere usati: pensiamo ad esempio ai deserti. Ecco perché si stanno sperimentando con successo soluzioni alternative al fotovoltaico, sfruttando l’energia solare in maniera creativa.
SolarCity utilizza una tecnologia prioprietaria per i suoi pannelli fotovoltaici, con un rendimento superiore a quello della concorrenza. Il problema di erogare l’energia durante la notte è stato risolto installando 60 Powerpacks prodotti da Tesla, che possono continuare ad erogare energia per 3 continui, ognuno dei quali offre 6 Megawatt/ora di energia.
La griglia formata da 5.328 pannelli solare è capace, durante le ore di picco, di erogare 1.4 Megawatt di energia, coprendo quasi interamente il fabbisogno energetico dell’isola e dei suoi 600 abitanti, i quali precedentemente erano costretti ad utilizzare dei generatori diesel, che com’è noto inquinano parecchio.
I motori diesel non solo sono la causa di un inquinamento molto maggiore rispetto al solare, con i gas derivati dalla combustione del carburante che vengono liberati nell’atmosfera, ma comportano anche maggiori costi di approvvigionamento legati al trasporto del diesel tramite imbarcazioni.
Energia solare per gli autoctoni significa anche avere una fonte energetica più affidabile: prima erano infatti costretti a razionare volutamente le scorte di diesel nel caso un rifornimento fosse arrivato in ritardo rispetto al previsto, che nei casi più gravi arrivava a diventare un vero e proprio blackout volontario.
Il lavoro di Tesla nell’isola di Ta’u è un ottimo esempio di come è possibile utilizzare sapientemente le energie rinnovabili. Ovviamente i modesti fabbisogni energetici degli abitanti e la grande disponibilità di sole dati dalla sua favorevole posizione geografica hanno contribuito molto alla completa riuscita del progetto. La potenza della griglia necessaria ad alimentare anche solo una piccola cittadina sarebbe molto, molto maggiore. Ma il futuro sembra davvero più radioso.