Davide questa volta non ce l’ha fatta. La piccola Pebble, azienda statunitense nata nel 2012, sta per chiudere i battenti, vendendo la sua attività per una cifra non proprio da capogiro – circa 35 milioni di dollari – a Fitbit, il colosso del settore specializzato soprattutto in prodotti dedicati al fitness.
Il mondo degli smartwatch dopo una grande e forte impennata iniziale, dovuta alla novità del device, sta vivendo un grande periodo di stallo a causa di una carenza di novità nel settore. In questo contesto si iscrive la situazione di Pebble che, nonostante le oltre un milione di unità vendute, non è riuscita a far quadrare i conti chiudendo gli ultimi bilanci con un pesante rosso.
La concorrenza d’altronde di Apple e Samsung – veri giganti del mercato – è stata troppo schiacciante per una società che ha avuto la necessità di finanziarsi attraverso una campagna di crownfounding su Kickstarter, raccogliendo 40 milioni di dollari che però non son bastati. Nelle ultime settimane Pebble è stata costretta a effettuare licenziamenti per il 25% del suo personale. In tutto ciò anche molti dirigenti hanno lasciato il timone.
Fitbit sarà quindi impegnata ad acquisire una società che potrà darle tanto soprattutto sotto il punto di vista ideologico, ma dall’altro lato dovrà accollarsi i costi di una compagnia in grave perdita. Si chiude in questo modo la favola di Pebble, una piccola azienda divenuta importante e poi caduta in basso. Sarà forse terrificante per chi di dovere in questo momento pensare che lo scorso anno Citizen – marchio leader dell’orologeria – aveva offerto 740 milioni di dollari per comprare ciò che oggi Fitbit prenderà per pochi spicci.