Sarà l’Italia la sede del primo spazioporto che ospiterà il lancio dei primi voli commerciali. Il turismo spaziale, dunque, quello non per tutti ma per pochi fortunati , sceglie un’atmosfera tutta italiana. Anzi, la scelta l’ha fatta il magnate di Virgin Galactic, Richard Banson.
La scelta potrebbe ricadere su due aeroporti in particolare: Grottaglie, in provincia di Taranto, la città delle ceramiche e sede di una delle aerostazioni più trafficate per i voli dediti all’assemblaggio di velivoli come AirBus 380, e l’aeroporto di Decimonannu a Cagliari. Entrambi, citati come possibili candidati dal presidente Asi Roberto Battiston, sono stati già valutati in passato da Altec per gli imminenti voli suborbitali.
I voli orbitali
Il lancio nello spazio sarà considerato un’insolita vacanza: breve, intensa, non proprio economica, ma speciale. Un volo che potrebbe portare in orbita sei passeggeri e due membri di equipaggio. Un’esperienza di soli 10 minuti per una cifra tra i 200 e i 250 mila dollari. Ma la visuale con qualcosa di magico: il nostro pianeta Terra come vissuto dagli astronauti della ISS e il nero cosmico che l’avvolge.
E tutto questo grazie all’accordo siglato tra la società Altec (partecipata da Agenzia spaziale italiana e Thales Alenia Space) e Virgin Galactic. In base al protocollo di intesa, alle due aziende spetterà il compito di valutare non solo i due aeroporti candidati, ma anche le opportunità operative di uno spazioporto italiano diretto da Virgin Galactic. Si tratterà, infatti, di eseguire voli sperimentali suborbitali, ma anche di addestrare astronauti e piloti.
Il velivolo che sarà utilizzato è, in realtà, lo spazioplano riutilizzabile SpaceShip Two ed il suo velivolo vettore, White Knight Two. Quest’ultimo è, in pratica, il primo stadio del sistema di lancio e decolla da un aeroporto convenzionale. Ad un’altezza di 15 mila metri, entra in scena SpaceShip Two, trasportata come un moderno Shuttle. Raggiunta l’altezza indicata, e prima di rilasciare la navicella, si procede all’accensione del motore a razzo che avrà il compito di portare alla quota programmata la navicella.
Lo spazioporto italiano è base dell’accordo e sarà realizzato a partire da un aeroporto esistente. Da qui la scelta dell’aeroporto pugliese e di quello sardo.