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Cassini si appresta a “morire” su Saturno

A distanza di più di 1.200 milioni di chilometri dalla Terra, la sonda Cassini si prepara a morire. Dopo quasi 20 anni di attività su Saturno, il veicolo spaziale NASA completerà definitivamente la sua missione nell’atmosfera di questo gigante gassoso.

Secondo una dichiarazione della NASA, Cassini “morirà” ma, prima, avrà modo di visitare una zona totalmente inesplorata del sesto pianeta nel Sistema Solare. Ad aprile 2017, la navicella si avvicinerà ad una delle lune del pianeta, Titano, ed ne userà la sua forza di attrazione gravitazionale e andare verso  il suo “Gran Finale”, come battezzato dalla NASA stessa. In quest’ultima fase, la navicella ha cercato di inserirsi tra l’anello più interno e il pianeta stesso. L’idea è che la nave possa essere in grado di fare 22 orbite, ognuna della durata di sei giorni, e di osservare il pianeta ancor più vicino, come mai accaduto in questi 20 anni di attività.

I dati raccolti potrebbero fornire indizi su alcune questioni chiave quali, per esempio, quanto tempo dura esattamente un giorno sul pianeta, come è la sua struttura interna, quanto velocemente gira il suo nucleo e quando si sono formati gli anelli, la più struttura imponente del sistema solare. In aggiunta a questo, prima si procederà ad analizzare le particelle di ghiaccio degli anelli e gli strati esterni dell’atmosfera.

La storia della sonda risale all’ottobre 1997, quando è stata lanciata diventando la prima nella storia ad orbitare Saturno. Le sue telecamere hanno ritratto il pianeta, i suoi anelli, le lune Titano ed Encelado, in grado di ospitare la vita, e di cui si è scoperta la formazione completa.

In questa parte finale del viaggio di Cassini, il centro NASA ha già iniziato a ricevere le immagini. Alcuni degli scatti più impressionanti sono la tempesta esagonale al Polo Nord e le fotografie di Pandora, la luna che si trova nell’anello esterno. Come detto da Carolyn Porco, scienziato della NASA a capo delle operazioni fotografiche di Cassini, “queste immagini e quelle a venire ci ricorderanno che abbiamo vissuto una grande avventura in giro per il più bel pianeta del sistema solare“.

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