Dopo le scuse ufficiali fatte dai vertici della società coreana in occasione del panel dedicato al CES 2017, torniamo a parlare ancora una volta dello sfortunato Samsung Galaxy Note 7, il phablet ritirato dal mercato perché pericoloso a causa di un problema di progettazione assolutamente imperdonabile.
A distanza di quattro mesi dall’uscita del device sul mercato e dai conseguenti scandali che tutti ormai conoscerete, Samsung può finalmente ritenersi soddisfatta in quanto è riuscita a recuperare la stragrande maggioranza dei phablet venduti e sparsi in tutto il mondo. Mentre lo scorso mese si era riusciti a riavere soltanto il 15% dei Note 7 distribuiti, adesso, dopo gli ultimi update via software che lentamente hanno reso lo smartphone inutilizzabile, le percentuali sono decisamente cresciute. L’ultimo aggiornamento obbligatorio infatti impediva al telefono di ricaricarsi rendendolo quindi, nel giro di qualche giorno, definitivamente inutilizzabile. Dunque, anche i clienti più difficili alla fine si sono convinti e l’azienda coreana in un comunicato stampa ha svelato di essere riuscita a recuperare oltre il 96% dei terminali sparsi in tutto il mondo, in particolare in U.S.A. e Asia. Tutto sommato si tratta di un risultato davvero ottimo se consideriamo che, molto probabilmente, chi non lo ha restituito fino ad adesso, probabilmente non lo farà in futuro ma vorrà conservarsi per ‘ricordo’ o ‘collezionismo’ un device molto caro ed adesso inutilizzabile nella maniera più assoluta.
Sapevate che nel nuovo Galaxy S8, stando ad alcuni rumor, saranno presenti le medesime batterie integrate realizzate da Samsung SDI ovvero la società che si è occupata di quelle del Galaxy Note 7?.