Nel corso dell’evento trasmesso in streaming lo scorso 13 gennaio, Nintendo ha finalmente svelato la maggior parte delle incognite che ruotavano attorno alla nuova e misteriosa home console chiamata Switch: si è parlato del prezzo, della data di uscita e di diversi software molto attesi dalla community ma restano ancora diversi dubbi ed il rilancio che ci si aspettava è stato solo parziale e penalizzato da una pessima comunicazione. Insomma, la solita Nintendo.
Se da una parte il reveal trailer ci aveva colpiti in pieno, non possiamo purtroppo dire lo stesso di questa conferenza poiché ci sono diversi aspetti che non convincono e che il mercato farà fatica a digerire. A partire dal prezzo: infatti, per quanto Switch possa essere percepita come una console ibrida che quindi fa le veci sia di macchina fissa che portatile, superare la soglia dei 300 euro in Europa la rende una scelta molto difficile per chi non ha console in casa – a meno dei fan sfegatati Nintendo identificabili però in una piccola quota di mercato che avrebbe acquistato Switch in ogni caso – tenendo conto che si può avere una PS4 PRO con 70 euro in più oppure si può sempre aspettare qualche mese per la nuova home console di Microsoft. È quindi innegabile che l’acquisto del successore di Wii U al lancio oppure in questi primi mesi dell’anno non sia altro che un atto di fede, di completa fiducia verso la casa di Kyoto ma, in un momento come questo, non si rivelerà certo premiante per la società.
L’errore più grande commesso da Nintendo è stato proprio questo poiché, dopo una scommessa mancata come il Wii U, non si può davvero pensare di lanciare una nuova macchina con così pochi titoli a disposizione nei primi mesi. E non solo: Switch doveva almeno provare ad intercettare i milioni di giocatori 3DS, console che ha ricevuto tanto software e di qualità, proponendo produzioni interessanti di terze parti e non, e prezzi leggermente più contenuti. Invece, dal momento che la console viene reputata casalinga, i giochi tripla AAA come il nuovo The Legend of Zelda: Breath of the Wild saranno venduti a 70 euro e, probabilmente, senza alcun price drop futuro. Secondo voi, con una console che costa quasi il triplo, con giochi ed accessori più cari ed una line up abbastanza imbarazzante, quanti giocatori 3DS saranno in fila per Switch?
È bene specificare che, fanatismo per Nintendo a parte, i titoli in arrivo nei restanti nove mesi dell’anno non sono niente male, con produzioni first party di qualità quali Splatoon 2 e Super Mario Odyssey per citarne due e diversi videogiochi di terze parti dal celebre Minecraft alla produzione indipendente Rime, passando per Fifa e The Elder Scrolls V: Skyrim. Questo ci dovrebbe dare un assaggio di quello che la società ha in serbo per noi giocatori ovvero una grande mole di titoli ed un supporto continuo nel tempo. Tuttavia gli errori di comunicazione e le criticità non sono da sottovalutare: e non parliamo solo della line-up di lancio ma anche della nuova infrastruttura online che prima era stata elogiata in quanto gratuita e invece diventerà a pagamento, con un gioco per NES o SNES gratuito al mese – giocabile solo in quel periodo – e la possibilità di chattare testualmente e vocalmente con gli amici tramite un’applicazione per smartphone. Per non parlare anche della batteria che si avvicina di più a quella di un controller wireless piuttosto che ad una console portatile in quanto si esaurisce in circa tre ore di gioco col nuovo Zelda (dal palco si è parlato di una forbice di 2,5 – 6 ore di autonomia). E se da una parte abbiamo finalmente una Nintendo che elimina ogni tipo di blocco regionale, rendendo dunque possibile acquistare e giocare i videogiochi da ogni Paese del mondo, dall’altra abbiamo una conferenza in cui le software house più importanti non sono granché considerate così come il pubblico occidentale in quanto il focus è stato portato, esclusive a parte, su numerose produzioni ormai vecchiotte (Skyrim è del 2011) che interessano una fetta davvero ristretta di pubblico e che vengono importate, se capita, in notevole ritardo.
Per quanto le mie speranze riposte in Nintendo siano tante, al punto da prendere comunque la console al lancio accompagnata da Zelda, il rischio che il mercato ed i consumatori mal percepiscano Switch è reale e parte in primo luogo dal prezzo. Di giochi interessanti in arrivo ce ne sono ma al lancio segnaliamo soltanto Zelda e poi, c’è tutta una serie di goffi sgambetti ed incongruenze societarie rilevanti: dai servizi online che diventano a pagamento e che si appoggiano inspiegabilmente per le chat ad app per Smartphone, al mea culpa di Wii U sulle terze parti che pare essersi tradotto in un approccio simile visto come si presenta sul mercato la console e a una arretratezza hardware abbastanza evidente.
Insomma, Nintendo dovrà riuscire nel difficile compito di persuadere ancora una volta gli appassionati recuperando gli scontenti della generazione Wii U, attingendo all’importante fetta di fanatici del 3DS e proponendo un’alternativa realmente convincente in grado di scalzare le potenze tecniche proposte da Sony e Microsoft. Forse è un po’ troppo per una sola console ma staremo a vedere: l’appuntamento è per il prossimo 3 marzo!