Durante il 2016, ben 523 vulnerabilità sono state identificate su Android. Questo dato mette il sistema operativo installato sul 78% degli smartphone a capo della classifica dei sistemi operativi meno protetti.
Linux segue subito dopo, con 319 vulnerabilità, Ubuntu Linux con 278 e 217 sono le minacce per Linux Kernel. A seguire, Apple Mac OS X che ha raccolto 215 vulnerabilità, mentre iOS ne ha contate “solo” 161. Tra i due, figura Windows 10, con 172 vulnerabilità identificate nel corso dell’anno. Di Windows 8.1, dal canto suo, sono emerse “solo” 154 minacce, una cifra probabilmente non spiegata dalla superiorità tecnologica, ma dal suo basso utilizzo e, quindi, di scarso interesse da parte degli hacker.
Se Android è così popolare tra i pirati informatici, un motivo deve pur esserci. Secondo Mark May e Jim Suva, analisti di Citigroup Global Markets che hanno studiato la questione, l’utente di un iPhone in media spende 52 dollari l’anno per l’acquisto di applicazioni. Il proprietario di uno smartphone Android, tuttavia, ne spende solo 5,70 in media. Considerando che gli smartphone Android sono molto più diffusi, non è difficile indovinare che la stragrande maggioranza dei proprietari non compri mai nulla e, pertanto, non viene mai sequestrato tutto il numero di carta di credito proprio perchè non lo fanno.
I dispositivi Android sono molto più diffusa nei paesi in via di sviluppo che nei paesi sviluppati. Ma è l’effetto del numero che gioca una buona carta: una volta che una vulnerabilità viene identificata e un trojan o un virus creato, questi vengono diffusi su milioni di dispositivi aggiuntivi che costano poco o nulla. A causa della sua popolarità, Android ha tutte le possibilità per continuare ad essere l’interesse preminente per gli hacker e per molti anni a venire.