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Qualcomm risponde ad Apple: “accuse infondate e misinformazione”

La compagnia, famosa per produrre i processori per dispositivi mobili della serie Snapdragon, ha rapporti molto stretti con Apple

Non c’è stato da attendere molto: Qualcomm risponde ad Apple circa le accuse mosse contro di essa e l’intentata causa da un miliardo di dollari. Secondo la compagnia Apple avrebbe volontariamente presentato in maniera distorta gli agreement commerciali tra le due compagnie, pretendendo un risarcimento per accuse totalmente infondate.

Secondo Apple la causa intentata per oltre 1 miliardo di dollari nei confronti di Qualcomm sarebbe una punizione. Per l’azienda di Tim Cook la compagnia leader per la produzione di componenti per dispositivi mobili avrebbe collaborato attivamente con le autorità della Corea del Sud in un recente caso anti-competitività: a farne le spese l’azienda con Mela, ovviamente.

Qualcomm risponde ad Apple: le accuse sono infondate e senza basi concrete

Mentre siamo ancora nel pieno del processo di revisione dei documenti, è lampante che le accuse di Apple sono infondate” si legge in un comunicato ufficiale di Qualcomm

. Non solo l’azienda ridimensiona le accuse, ma addirittura rovescia la medaglia: “Noi apprezziamo l’opportunità di sentire queste accuse infondate in un’aula di tribunale dove saremo autorizzati a scoprire totalmente le prassi di Apple e incoraggiare un robusto esame dei suoi meriti (in relazione alle accuse sulle royalties eccessive da pagare a Qualcomm, NdR)”.

Ovviamente la causa non avrà breve corso in quanto la posta in gioco è molto alta, anche se nel passato abbiamo visto cause intentate contro giganti della tecnologia per cifre anche superiori. Oracle infatti intentò una causa contro Google accusandola di aver adoperato parte del suo codice proprietario Java nella costruzione di Android, pretendendo il pagamento di una cifra esorbitante: 9.3 miliardi di dollari.

E’ prassi comune, da parte sia di Qualcomm che di Apple, quella di intentare cause contro competitor diretti o indiretti. Molto spesso le cause vergono sulle proprietà intellettuali delle rispettive compagnie, come l’utilizzo di brevetti di proprietà esclusiva dell’una o dell’altra compagnia. Staremo a vedere come andrà a finire la partita tra i due colossi della tecnologia.

 

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Pubblicato da
Redazione