Facebook

Da qualche mese a questa parte non si fa altro che parlare dell’importanza del linguaggio da utilizzare sui social. Su Facebook, Instagram, Twitter si tende infatti a portare i toni della discussione alle estreme conseguenze e la lingua utilizzata in campo virtuale si sta sempre più colorando di epiteti poco edificanti o per meglio dire, semplici parolacce. Tanti influencer stanno denunciando tutto ciò, auspicando per i social una regolamentazione dei comportamenti soprattutto quando questi sfociano nell’insulto.

Uno studio congiunto che ha unito esperti provenienti da Regno Unito, Stati Uniti, Paesi Bassi ed Hong Kong ha però evidenziato un aspetto diverso riguardo l’utilizzo di parolacce sui social. Queste, infatti, secondo il parere degli studiosi sarebbero indice di onestà. David Stillwell, ricercatore di Cambridge, ha aggiunto che “imprecare è spesso segno di cattivo gusto ma può anche costituire l’evidenza che si sta comunicando un qualcosa di giusto e sincero”.

Insomma, le parolacce equivalgono ad uno specchio reale e veritiero del nostro stato d’animo, soprattutto quando navighiamo su internet e viene meno il contatto visivo e fisico tra gli interlocutori. Ovviamente tutto ciò va preso con le molle. Come stesso gli studiosi ci hanno suggerito, il linguaggio scurrile spesso può essere offensivo e travalicare la sensibilità di altre persone.

Il segreto, soprattutto quando siamo su internet, dovrebbe essere nella mediazione e forse, sì, la verità sta nel mezzo. Bisogna saper riconoscere le situazioni, gli interlocutori ed i contesti per poter utilizzare anche un linguaggio volgare.

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